Franchising, retail, business
30/04/2017
“Sto lavorando per la mia felicità!” – così ci dice Valentina, capelli mori ed un sorriso rivolto al cielo sotto l’imponenza del Tower Bridge. Ha le idee chiare lei: viaggiare, non fermarsi mai.
E quale posto migliore di Londra per una vita piena e ricca di sorprese? Conosciamo meglio le ragioni che hanno portato e che trattengono la nostra bolognese nella megalopoli più grande d’Europa.
“Dunque Londra è il derivato di tanti no frullati insieme. Vivo qui da un anno e mezzo, e avevo incontrato la città per la prima volta in occasione di uno stage organizzato dalla mia scuola alberghiera: un corso post diploma che mi avrebbe permesso di diventare assistente maître d’hôtel.
Quel che scelsi di fare dopo il diploma linguistico era completamente diverso dall’ambizione di diventare medico, frenata dal solito famoso test d’ingresso non superato. Provai Scienze Naturali, ma non faceva decisamente per me e così aspettai l’estate: a Mykonos mi attendeva un lavoro da PR. Lì capii che oltre ad aiutare gli altri in futuro, avrei voluto anche viaggiare.
Decisi così di frequentare un corso di specializzazione in una delle scuole alberghiere più rinomate a livello nazionale: la scuola era molto rigida, prevedeva vitto e alloggio ed una settimana da caserma. Ottenuto il diploma, partii nuovamente per Mykonos; la Grecia mi è rimasta dentro, rivivo ad occhi chiusi i suoi tramonti incantevoli e quelle spiagge mozzafiato.
Ho sempre sperato Londra potesse regalarmi le stesse emozioni, seppur consapevole che siano due opposti inconciliabili. Direi che, in un certo senso, è stato così. Ma forse stare lontana da un posto in cui vai solo per pochi brevi periodi della tua vita, te lo fa sentire più vicino al cuore, più tuo di qualsiasi altro luogo… persino di quello in cui ti sei stabilita”.
Si intravede un pizzico di nostalgia in Valentina, ed è così anche quando ci confessa che trasferirsi ha comportato la perdita di alcuni rapporti importanti. Una lontananza che non è data solo dal cambio di nazione, ma anche dalla distanza fisica che una città come Londra comporta:”Non sopporto di avere tanti amici in giro per la città, che abitano lontano da dove abito io, per incontrare i quali devo viaggiare almeno un’ora”.
Valentina non è solo una gran lavoratrice ed ottima cuoca in un prestigioso e lussuoso five stars Hotel ad Hyde Park Corner, ma anche una dedita studentessa della Westminster University dove frequenta un Undergraduate Course in Human Nutrition. “Ho una vita molto impegnata, non mi annoio mai!
Quando non mi trovo al lavoro o a studiare, passo il mio tempo libero con il mio ragazzo: meno male che c’è lui! Inoltre, grazie all’Università ho avuto la fortuna di incontrare amiche eccezionali, che condividono le mie stesse passioni, che mi sostengono e ci sono sempre.
Nonostante io non abbia molto tempo libero, cerco di ritagliarmi degli spazi per visitare nuovi posti, anche fuori Londra. Mi definisco uno spirito libero e non posso rinunciare ad una passeggiata a Southbank: d’inverno è così romantica con l’atmosfera natalizia, d’estate invece è così vivace.
Tuttavia, il primo impatto con la città è stato disastroso: ero molto disorientata ed ero sola; ma ho tenuto duro e non ho mai pensato di mollare e tornare a casa. Anche perché vorrei continuare a studiare, chissà magari dietetica ed endocrinologia. Il mio sogno nel cassetto sarebbe prestare servizio per organizzazioni umanitarie quali Emergency o MSF. Immagino il mio ufficio con le pareti tinte di rosa ed a Firenze… magari! Aspetto solo un biglietto aereo che mi porti alla prossima avventura”.
Quante volte ci demoralizziamo per un no? Bene, ora chiudiamo gli occhi, guardiamo indietro e pensiamo quanti sì abbiamo ottenuto proprio grazie a quel no. Valentina ne è l’esempio.
Se avete una storia da raccontare, che sia di ispirazione ad altri italiani che sono già a Londra o che sognano di partire per la capitale inglese, contattate la nostra redazione, scrivendoci ad Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
di: Barbara L.L.Maimone