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05/06/2017
L'ingegnere Arianna Minoretti, originaria di Como, è stata scelta dal Paese scandinavo per realizzare un progetto pionieristico
Aveva già un esperienza decennale alle spalle, divisa tra la sua Italia e la Spagna, ma 4 anni fa Arianna Minoretti - l'ingegnere civile nata 37 anni fa a Como - che il suo futuro sarebbe stato in Norvegia. Come racconta il Corriere della Sera, infatti, la donna è uno dei tanti esempi di italiani che vengono apprezzati moltissimo all'estero per le loro competenze professionali e di cui molto difficilmente i Paesi in cui lavorano - nel caso di Arianna, la Norvegia - lascerebbero andar via.
Mentre saliva su quel volo per la Norvegia, l'ingegner Minoretti sapeva benissimo cosa c'era ad attenderla. Quattro anni fa anche in Italia si parlava di un ponte galleggiante che avrebbe dovuto attraversare il "suo" lago. Quando però nel 2013 Arianna lasciava Como per Trondheim, il governo norvegese aveva già messo tutto nero su bianco. L'obiettivo era trasformare la E39 in una vera autostrada. E la responsabile del progetto sarebbe stata lei, assunta per realizzare la struttura galleggiante che attraverserà il Bjornefjord.
L'ingegner Minoretti, infatti, è volata in Scandinavia per realizzare un progetto pionieristico, impensabile (da quanto riferisce) per l'Italia: "Porto le strade dentro il mare". Oggi è Senior engineer di strade pubbliche e ponti.
Per risalire i 1.100 chilometri della costa occidentale, i norvegesi sono costretti a prendere anche 7 traghetti. L'obiettivo è sostituirli con un sistema di ponti dimezzando il tempo di percorrenza in macchina da 21 a 11 ore.
L'ingegnere di Como dice la sua anche sul progetto di realizzazione di un ponte sullo Stretto di Messina.
"È solo una questione di carichi diversi, tutti i ponti sono soggetti alle stesse leggi della fisica. Ma con i crolli che si sono verificati, forse in Italia le priorità dovrebbero essere diverse", spiega Minoretti.
La donna, nei 4 anni di lavoro in Scandinavia, ha potuto sperimentare anche i vantaggi di una cultura tanto diversa dalla nostra.
"Per una mamma Italia e Norvegia non potrebbero essere più distanti. Qui la paternità è obbligatoria, per 10 settimane. Il datore di lavoro non trova svantaggi nell'assumere una donna. E la mia carriera non risente della maternità. [...] Avere una famiglia è considerata una scelta positiva. Se passi troppo tempo in ufficio, pensano che tu non sia in grado di concludere il lavoro nel tempo stabilito".