Franchising, retail, business
01/06/2017
La catena discount Tuodì e Dico sotto una montagna di debiti. Secondo gli ultimi dati ufficiali disponibili la società, che fa capo alla famiglia Faranda, avrebbe accumulato un debito lordo di 450 milioni, di cui 160 verso banche (71 a breve), 225 verso fornitori e 29 verso l’erario.
Nell’ultimo bilancio disponibile, il 2014, Dico spa registrava ricavi per 727 milioni (528 l’anno prima) e una perdita di 47 milioni (-33,7). Il piano industriale 2015/19 ha comportato numerose trasformazioni (anche di format con il Tuodì Market e Superfresco) ma, alla fine, qualcosa dev’essere andato storto. Forse anche nel recupero di un credito di 58 milioni ereditato da varie Coop.
I soci hanno iniettato risorse fresche e le banche hanno supportato l’azienda. In particolare, Bnl, Pop Vicenza, Unicredit e Intesa San Paolo hanno offerto due linee di credito per complessivi 90 milioni. Il finanziamento bancario prevedeva il rispetto di financial covenant su posizione finanziaria netta, Ebitda, patrimonio aziendale e scaduto fornitori. Questi però già alla fine del 2014 erano in parte saltati.
Intanto l’azienda ha promesso ai sindacati che entro giugno troverà una soluzione ai gravi problemi di gestione. Per questo incontrerà le segreterie nazionali dei lavoratori.
In attesa della soluzione dei problemi di liquidità in molti negozi si segnalano penuria di merce in vendita.
I dipendenti del gruppo, delle reti Tuodì e Dico, sfiorano quota 6mila. La società ha un solo Centro di distribuzione che serve una rete estesa dal Veneto al Piemonte fino alla Sicilia.
Emanuele Scarci