Franchising, retail, business
10/06/2017
Il cambio di rotta verso la sua isola è cominciato da uno squallidissimo aeroporto del sud America.
Mister Locman, allora, era poco più che un ragazzo. Viveva (insoddisfatto) a Milano ed era pure un po' seccato per quello scalo durante un viaggio di lavoro durato troppo a lungo.
Nella valigia aveva già i suoi gioielli a ricordargli che il tempo è prezioso.
Pare di vederlo il giovane mister Locman che si guarda intorno e vede niente altro che una gran desolazione. Qualche scrivania, pareti un po' scrostate, un vecchio poster attaccato alla bell'e meglio. Guarda meglio. È un'isola. La sua isola. L'Elba. A volte le cose fanno davvero dei giri immensi per ricomporre il quadro delle nostre vite. Quella di mister Locman, che di nome e cognome fa Marco Mantovani - patron di una delle aziende più prestigiose al mondo che producono orologi - doveva passare dal sud America per riportarlo sulle spiaggia di Marina di Campo.
Lo hanno preso per pazzo quando è tornato dal quel viaggio a Milano e ha comunicato a famiglia e soci che se ne doveva andare dalla metropoli. Dai palazzoni, dall'odore dell'asfalto, dalle troppe sfumature di grigio. I suoi orologi avevano bisogno di luce, colori, aria salata che frizza sulla pelle. Sarebbero stati prodotti all'Elba. Sulla spiaggia. Di fronte al mare.
Facile dargli ragione ora che gli orologi Locman sono un'eccellenza italiana di design e tecnologia. Oggetti del desiderio a cui non hanno saputo resistere personaggi come Jennifer Lopez o Elton Jhon che per festeggiare un compleanno ne ha voluti regalare uno a ciascuno dei cento ospiti. Facile, oggi, che Vasco Rossi, ha scelto di firmare con loro un occhiale da sole dal design rock e avviare così una collaborazione destinata ad allargarsi.
Oggi la Locman ha più di 30 anni, un fatturato di 20 milioni, 70 dipendenti e la sede a Marina di Campo con le finestre che guardano il mare. «Noi elbani siamo come le patelle, quelle conchiglie che si aggrappano allo scoglio», racconta Marco Mantovani che all'Elba ci è nato ed ha fatto di tutto per poterci tornare. La famiglia si trasferisce a Milano quando lui ha 8 anni. Il papà vende pellami. Ma ogni estate torna lì. I piedi nella sabbia. La terra col mare intorno. Lo sguardo che corre lontano. Inverni e estati. Dai pellami ai cinturini per orologi il passo è breve. Marco ha 25 anni. Ne riempie un paio di valigie e parte per Basilea col papà per mostrarli alle più grandi case che producono orologi riunite alla fiera più importante al mondo del settore. Padre e figlio vengono buttati fuori dai gendarmi svizzeri che non gli permettono di smerciale tra gli stand. Ma i cinturini hanno un gran successo. E lì per la prima volta il giovane Marco si innamora degli orologi. Comincia a realizzarli. Prima per altri. Poi qualche incontro fortunato, altri meno. Da una crisi un'opportunità e nascono i primi modelli firmati Locman. Il successo, il rischio di virare all'Elba. Fortuna? Anche, ma non solo. Nel 2008 attraversa un momento di crisi, finanziaria ma anche di salute perchè quando il vento soffia contro trascina sempre un po' tutto. Ma la sua storia è nel suo sguardo: le sfide non gli fanno paura. Cambia rotta e riparte. È ripartito. E continua a crescere. Là dove vuole lui. «Non posso vivere da un'altra parte. Per me il mare è vita». Come una patella.
Di: Serena Coppetti