Franchising, retail, business
22/06/2017 - Pagamenti commerciali in affanno per il settore della grande distribuzione. A confermarlo, i dati dello Studio Pagamenti, aggiornato a fine marzo 2017 e realizzato da CRIBIS su 8500 imprese della GDO.
L’indagine rivela infatti che solo il 16% degli operatori del settore ha saldato i fornitori alla scadenza: un risultato ben lontano dalla media nazionale che si attesta al 35,6%.
E non basta, gravi anche i ritardi: ben il 17,9% dei pagamenti sono arrivati con grave ritardo, quasi sei punti sopra alla media italiana (pari al 12%), mentre per il 66,1% delle aziende, invece, il ritardo si è limitato ad un mese dai termini concordati.
Da un confronto con il passato si evince che ci sono ampi margini di miglioramento: rispetto a sette anni fa, infatti, i pagamenti alla scadenza sono diminuiti del 24,9%, i ritardi entro i 30 giorni sono cresciuti del 5,9%, quelli oltre il mese segnano un +9,8%.
Tutto male dunque? Per fortuna no: qualche dato, infatti, porta a essere più ottimisti riguardo al futuro, dal momento che in un solo anno i pagamenti puntuali sono cresciuti del 2,1% e i ritardi gravi sono scesi 13,5%.
La geografia dei pagamentiL’area del Sud e Isole (quella in cui le imprese del comparto GD/DO hanno una concentrazione del 50,3%) registra la situazione più critica, con soltanto il 10,2% di imprese puntuali e ben il 26,9% di ritardi gravi. La situazione migliora man mano che si risale lo Stivale, con le imprese del Centro puntuali nel 18,9% dei casi ma con un tasso di ritardi gravi ancora elevato (14,1%), e le imprese del Nord Ovest leggermente meno puntuali delle colleghe del Centro (16,4%) ma più virtuose dal punto di vista dei ritardi gravi (9,3%). Gli operatori del Nord Est, infine, sono i più virtuosi, con il 28,1% di pagamenti alla scadenza e soltanto il 6% di fatture saldate a più di un mese di distanza dai termini pattuiti.
Pagamenti in Italia vs pagamenti nel mondoIn Europa l’Italia si colloca all’ultimo posto in Europa sia nei pagamenti alla scadenza, con appena il 15,6% di aziende puntuali, sia nei ritardi gravi, con ben il 18,8% di operatori che saldano le fatture con oltre un mese di ritardo. In entrambi i casi la classifica europea è guidata dalla Germania, con ben il 76,5% di imprese puntuali e soltanto l’1,1% di imprese gravemente ritardatarie. Sul podio dei paesi europei più virtuosi anche l’Olanda, con il 62% di aziende puntuali, e l’Ungheria, puntuale nel 52,7% dei casi, mentre fra i primi tre paesi europei meno ritardatari troviamo nuovamente l’Olanda (1,3% di ritardi gravi) e la Repubblica Ceca (3%). Buon risultato per la Spagna (51,8% di aziende puntuali e 8,4% di ritardi gravi), male invece Francia (26,2% e 8,8%), Regno Unito (26,2% e 13,2%) e Portogallo (18,9% e 18,5%), stabilmente nella metà bassa della classifica.
Negli Stati Uniti le imprese che rispettano i termini concordati rappresentano il 44,1% del totale, mentre i ritardi gravi si attestano al 9,1%. Performance simili alle aziende del Canada, puntuali nel 21,7% dei casi e gravemente ritardatarie nel 7,8%. Percentuali di pagatori regolari piuttosto contenute per il comparto GD/DO in Asia con valori inferiori al 20% per Cina, Tailandia e Filippine.“La variabile che per noi è più significativa – commenta Marco Preti, Amministratore delegato di Cribis – è rappresentata dai gravi ritardi, cioè quelli oltre i 30 giorni medi. Ritardi di questa entità, infatti, possono creare problemi rilevanti alla gestione della cassa delle aziende fornitrici e per questo è la variabile più importante per valutare le performance e lo stato di salute di un settore.
A fine 2010 la Gdo mostrava una percentuale del 16%, l’ultima rilevazione (Q1 2017) si attesta quasi al 18%. Ma nel 2010 la media nazionale valeva il 5% con la Gdo superiore di oltre tre volte. Oggi la distanza dalla media nazionale (che vale il 12%) si attesta a poco meno di 6 punti percentuali; le distanze si stanno notevolmente accorciando.Diversa la situazione in comparti attigui. Il commercio al dettaglio valeva nel 2007 il 7%, l’ultima rilevazione indica il 18%. Così come l’horeca che è partito dal 10% nel 2010 per raggiungere oggi il 25%. Il trend della Gd-Do è quindi migliore di molti altri settori. Stesso trend per i fallimenti. Sicuramente siamo lontani dai livelli pre crisi con un’incidenza molto superiore. In ogni caso, dopo il picco negativo del 2014, la situazione sta migliorando”.