Franchising, retail, business
28/06/2017 - Da Blockbuster a DeLorean, da Pan Am a Tower Records: storie di grandi aziende che, sebbene in pochi sarebbero stati in grado di predirne la fine, hanno chiuso i battentiC’erano ed erano fertili. Poi il crack dovuto a diversi motivi. Aziende e brand scomparsi a causa della crisi, delle scelte sbagliate del management oppure dall’avanzare della tecnologia.
Se a queste aggiungessimo le aziende inglobate da altre aziende o i brand ormai spariti a causa delle scissioni delle partnership che li hanno creati, l’elenco diventerebbe lunghissimo. Tra queste, ad esempio, l’americana Compaq che deteneva il 20% del mercato americano dei personal computer quando Hewlett-Packard, nel 2002, l’ha acquisita oppure il connubio Sony-Ericsson, definitivamente tramontato nel 2011. Qui sopra dieci aziende che credevamo immortali e che invece sono scomparse.
Blockbuster
Nata nel 1985 è diventata il brand più noto al mondo nel mercato del noleggio di film e videogiochi. A metà degli anni ’90 era presente in 25 Paesi, Italia inclusa. Con l’arrivo del nuovo millennio, complice l’incapacità di virare sul digitale, l’azienda è stata soffocata dalla concorrenza di Netflix, dalle pay per view e dalla crescente penetrazione di internet. Nel 2013 l’epilogo con la chiusura degli ultimi 300 negozi rimasti e ceduti due anni prima alla Dish Network, azienda Usa attiva nel settore della tv satellitare.
DeLorean
Nata nel 1975 la DeLorean Motor Company stava già fallendo quando, nel 1985, guadagnava notorietà grazie al primo capitolo della trilogia Ritorno al Futuro. Ha prodotto un solo modello di automobile, la DMC-12, di cui ne esistono circa 7mila esemplari. Nel 1997 è rinata dalle proprie ceneri e, qualche mese fa, ha annunciato che ne riprenderà la produzione.
Enron
Nata nel 1920 e fallita nel 2001, la Enron è stata un fiore all’occhiello delle multinazionali americane. Operava nel campo dell’energia e per anni ha fatto uso di trucchi per evadere il fisco e gonfiare gli utili. La bancarotta fraudolenta ha lasciato senza pensione circa 20mila dipendenti e ha causato il fallimento di alcune piccole e medie imprese ad essa collegate, oltre a lasciare un buco di oltre 10 miliardi di dollari. L’amministratore del gruppo Jeff Skilling è stato condannato a 24 anni di reclusione.
Kodak
La Eastman Kodak Company, più nota con il nome di Kodak, esiste ancora. Nata nel 1888 ha legato il proprio nome alla fotografia, grazie alle macchine fotografiche, alle pellicole e agli strumenti per lo sviluppo delle foto. Nel 2012 è entrata in amministrazione controllata, ad un passo dal fallimento, uscendone a fine 2013 dopo avere fatto a meno di apparecchi e pellicole, affidandone la produzione in licenza ad aziende terze. Oggi è concentrata sui sistemi di stampa industriali, sensori per display touch e diversi prodotti chimici. Non è più la Kodak che entrava nelle nostre case grazie a rullini e fotografie.
Lehman Brothers
Nata nel 1850 e diventata una delle più grandi società finanziarie al mondo, ha dichiarato bancarotta nel 2008, nel pieno della crisi dei mutui. Si è trattato del più grande crack al mondo e ha tolto il triste primato ad un’altra azienda americana, il gruppo telefonico WorldCom, fallito nel 2002. Con la cessione delle attività della Lehman Brothers, hanno perso il lavoro 26mila persone, 150 circa delle quali in Italia.
Pan Am
La Pan American World Airways, nata nel 1927 come servizio di idrovolanti, è entrata in breve tempo nella lista delle maggiori compagnie aeree Usa. È stata la prima a fare largo uso di aerei a reazione e la prima a dotarsi di Boeing 747 e la prima, alla fine degli anni ’60, ad introdurre un sistema computerizzato per la gestione e la prenotazione dei voli. Pochi anni dopo, complice la crisi energetica, Pan Am ha cominciato ad accusare colpi che è riuscita ad ammortizzare sempre peggio, confrontata con il crescente numero di concorrenti. Il dirottamento del volo Pan Am 73 (1986) e l’attentato sul volo Pan Am 103 (1988) hanno contribuito al tramonto dell’azienda, avvenuto nel 1991.
Tower Records
L’avventura della Tower Records è durata davvero poco, dal 1964 al 1970. Non ha avuto il tempo di diventare un colosso ma rimane una pietra miliare nella storia delle etichette discografiche. Ha contribuito a rendere famosi i Pink Floyd negli Usa, pubblicandone i primi 3 album, e ha mostrato di riuscire a vedere lontano, puntando su giovani artisti come Tom Jones. A partire dai primi anni ’70 è diventata una sussidiaria della Capitol Records, che ne ha disperso ogni traccia.
Texaco
Società petrolifera americana nata nel 1901 e rilevata nel 2001 dalla Chevron Corporation, anch’essa americana. Presente per molti anni in tutti i 50 Stati, nel 1985 ha perso una causa miliardaria per concorrenza sleale e, da quel momento, ha progressivamente stretto alleanze strategiche con altre aziende del settore, fino a scomparire del tutto.
Atari
Fondata nel 1972 è stata un’azienda determinante per lo sviluppo sia dei personal computer sia dei videogiochi, comparti in cui ha dettato i ritmi per oltre un decennio. Poi, negli anni ’90, la lenta e progressiva disfatta per mano dei computer IBM compatibili e la concorrenza delle console giapponesi, tra cui la PlayStation. La Infogrames, che l’ha rilevata nei primissimi anni 2000, è fallita a sua volta nel 2009.
Commodore 64
Nel 1955 era un negozio in cui si riparavano macchine per scrivere. Nel 1962 ha cominciato la produzione e la vendita di calcolatrici, messe in crisi dalla Texas Instruments che si è saputa imporre sul mercato a prezzi inferiori. Poi, nel 1976, l’inizio dell’avventura imprenditoriale che ha contribuito a fare entrare gli home computer nelle nostre case. Nel 1994 il definitivo fallimento, dovuto soprattutto alle politiche aziendali orientate quasi esclusivamente al profitto, a scapito della qualità dei prodotti. Negli anni a seguire i brevetti sono passati di azienda in azienda fino ad arrivare all’ attuale Commodore Usa, che non ha nulla a che fare con quella fondata da Jack Tramiel 60 anni fa e che commercializza personal computer ispirati a quelli storici del brand, ma dotati di tecnologie più attuali.
Fonte:https://www.wired.it/economia/business/2016/07/08/aziende-non-intramontabili/