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Più pannolini, meno alimentari cambia la spesa delle mamme

spesa bambino

 

 

 

 

 

 

 

 

06/05/2014
Lo rileva il 2° rapporto sulla maternità di Marketing Management che registra i primi segnali di crescita nel 2013: +2,1 per cento sul 2012. Diventa sempre più Importante il ruolo giocato dai nonni.
Davanti allo scaffale del supermercato, la mamma italiana non è più quella di una volta. Complice la crisi, il suo modo di spendere è cambiato: meno prodotti alimentari, più prodotti per la pulizia. A confermarlo è il 2° rapporto annuale sui comportamenti di acquisto nella maternità ("Panel MaterCom"  -  composto da 2000 mamme in tutta Italia con figli da 0 a 36 mesi o in stato interessante) realizzato da Marketing Management, istituto di ricerche statistiche e sondaggi di opinione.

Dallo studio emerge infatti che nel 2013 le mamme italiane hanno speso 1,93 miliardi di euro in prodotti alimentari e di pulizia per i propri figli (+2,1% rispetto al 2012). Per contro, è però mutato il loro modo di acquistare: se da un lato è diminuita la spesa verso i prodotti alimentari, che rappresenta circa il 55% degli acquisti in valore (la scelta è stata reindirizzata verso brand più economici); dall'altro, è aumentata la spesa in prodotti per la pulizia.
Tra questi i pannolini sono fra le voci di spesa più importanti per le famiglie arrivando a coprire il 30,1% della spesa totale (era il 25,8% nel 2012). Una crescita che tuttavia non è legata all'acquisto di prodotti più costosi, bensì all'aumento dei volumi acquistati, dato l'aumento del numero medio di cambi giornalieri e l'innalzamento dell'età media dello "spannolinamento".
Secondo le rilevazioni Matercom, il canale di vendita maggiormente cresciuto rispetto al 2012 si riferisce ai prodotti "ricevuti in regalo" (+4,6%). Nella maggior parte dei casi, infatti, si tratta di acquisti che la mamma delega ai nonni, i quali divengono meri "spender-esecutori". Le famiglie d'origine diventano fondamentali per l'assistenza ai neo-nuclei e i prodotti ricevuti in regalo ne rappresentano, dunque, un chiaro indicatore.
Per quanto riguarda la scelta delle marche, così come per il 2012, mantengono un ruolo significativo i brand adult, ovvero prodotti destinati al pubblico adulto che vengono riproposti anche ai bambini. La tendenza è in riduzione rispetto al 2012 (-4,5%) in favore di marche baby e l'acquisto e utilizzo di marche adult risulta molto correlato all'età del bambino. Questo dato dimostra come le mamme italiane pur di risparmiare anticipino l'abbandono dello "scaffale baby" in favore di quello adult, con possibili effetti negativi sulla salute futura del bambino.
In significativa crescita il peso delle private label, che passano dal 2,7% del 2012 a 4,7% nel 2013 facendo segnare un significativo +2,0%.
Infine, in forte calo la quota di prodotti acquistati a prezzo pieno, che dal 49,8% del 2012 scende a 43,3% (-6,5%). Al contrario risulta in aumento la spesa per prodotti in promozione (+4%).
Sostanzialmente stabili i consumi delle famiglie con reddito medio-basso e alto, mentre sono in aumento i consumi della fascia di reddito medio-alta (+4,4%). A ridurre i livelli di spesa sono le famiglie residenti in centri con oltre 300.000 abitanti (-4,3%), mentre le famiglie residenti nei centri di più piccole dimensioni hanno accresciuto i propri livelli di spesa.
"Le variazioni registrate fra il 2012 e il 2013 sono modeste, ma la staticità che si percepisce è soltanto apparente  -  dichiara Salvatore Limuti, ad di Marketing Management -. "Sarebbe infatti maggiormente corretto parlare di agitata immobilità, nel senso che significative variazioni di quote di mercato, volumi di venduto, spostamenti degli acquisti, e così via, vengono percepite e registrate periodicamente dai brand produttori e non percepite a livello di mercato totale".

Fonte: repubblica.it

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