Franchising, retail, business
07/05/2014
Domani sarà l’ultimo giorno di Cibus a Parma, evento dedicato alla produzione agroalimentare italiana e ormai giunto alla diciassettesima edizione. Quest’anno la manifestazione, dedicata ai produttori e al B2B, è partita benissimo con un numero record di espositori (2700) del cibo made in Italy, quello più richiesto al mondo, calamita per i circa diecimila operatori commerciali provenienti da 115 paesi. Parole chiave di questa edizione di Cibus sono internazionalizzazione, sostenibilità e lotta agli sprechi, innovazione di prodotto e servizi, lotta alle contraffazioni. Moltissimi anche gli showcooking negli stand dei vari produttori con chef come Carlo Cracco, Davide Oldani, Davide Scabin, Moreno Cedroni e Gianfranco Vissani e il vincitore dell’ultima edizione di Masterchef Italia, Federico Ferrero.
Il cibo italiano piace sempre di più nel mondo: lo dimostra la crescita delle esportazioni anche negli anni della crisi; segnali importanti arrivano anche dalla rete, come ha spiegato a Cibus Diego Ciulli di Google Italia: “Quest’anno abbiamo avuto +12% di ricerche relative al made in Italy sul nostro motore di ricerca in un anno”. E parlando di prodotti italiani la pasta è senz’altro la locomotiva della produzione agroalimentare del belpaese. Riccardo Felicetti, Presidente dei Pastai Italiani, afferma: “La pasta è un pilastro della nostra identità non solo a tavola: in essa troviamo tradizione e futuro. Quest’anno la sensazione che abbiamo avuto è molto positiva: in fiera ci sono tantissimi buyers italiani, ma soprattutto stranieri, a dimostrare l’appeal che ha nel mondo il nostro cibo”. Cibus è quindi lo specchio dove possiamo leggere l’andamento del mercato? Ci risponde ancora Felicetti: “Senz’altro. Questo anche grazie al fermento fra i padiglioni notiamo che a una globale stabilità del mercato nazionale corrisponde un rialzo dell’export nei paesi extraeuropei, soprattutto Nord America e paesi asiatici. Si percepisce anche una voglia di fare squadra, di costruire una rete fra produttori, senza l’apporto e l’aiuto delle realtà istituzionali”.
Mattia Pariani, amministratore delegato dell’azienda alimentare Pariani, ha costituito per Cibus un gruppo di 14 piccole e medie aziende che hanno esposto insieme in un unico stand, realizzando degustazioni incrociate. Un esempio? Il piatto di Riso nero integrale Zaccaria, salmone delle isole Faroer Upstream e olio di nocciole Pariani o un appetizer come i carciofini Agnoni conservati con l’olio di pistacchio Pariani:“Sta andando bene: c’è tanto estero e meno Italia, ma quella che c’è è un Italia che vale. Noi quest’anno abbiamo scelto una formula inedita: siamo un pool di quattordici aziende e ogni giorno realizziamo degustazioni con le nostre specialità. I risultati li sapremo alla fine dell’evento, ma il trend è molto positivo” dice Mattia Pariani.
Nonostante la crisi e l’Italian sounding, ovvero l’uso di denominazioni geografiche, immagini e marchi che rievocano l’Italia per promuovere prodotti che non sono però riconducibili al nostro Paese, il made in Italy agroalimentare si rivela la nostra punta di diamante nel mondo. Fra le novità di quest’anno c’è il debutto di dieci nuove DOP e IGP, nonché il Consorzio di tutela dell’Aceto Balsamico di Modena IGP. Protagonista anche il Grana Padano DOP che compie 80 anni.
Fonte: agrodolce.it