Franchising, retail, business
07/05/2014
Ci sono cosmetici, orecchini, orologi, biancheria intima, vestiti di ogni genere. Prodotti spesso senza marca, senza etichetta, senza data di scadenza, che il più delle volte costano solo un euro. Sulle migliaia di bancarelle in giro per Roma si trova davvero di tutto. Sono gestite quasi sempre da stranieri, non si sa se proprietari o semplici «commessi» facenti parte di un sistema che alimenta un mercato quasi sempre abusivo e a prezzi stracciati. Tra i prodotti che possono nascondere le insidie maggiori ci sono i cosmetici. Il nostro sospetto è che potessero essere tossici. Abbiamo provato a farli analizzare e il nostro timore è diventato realtà. Ombretti, rossetti, smalti, matite per gli occhi, a contatto con le mucose e le parti più sensibili del nostro corpo possono entrare in circolo o provocare allergie di varia intensità. Chi controlla questi prodotti pericolosi per la salute quando non sono soggetti a tutte le fasi di veifica stabilite dalla legge?
IL ROSSETTO
Il nostro viaggio parte da Boccea, zona nord ovest della Capitale. Incappiamo in una bancarella, afferriamo il primo rossetto di colore scuro che ci capita tra le mani e lo portiamo a far analizzare all’Arpa Lazio (l’Agenzia regionale protezione ambientale), presso il laboratorio di via Saredo. Un test che il Tempo ha deciso di fare in collaborazione con la Confcommercio Roma, dal momento che stanno aumentando gli allarmi delle associazioni di categoria e dei consumatori che invitano a stare attenti ad acquistare merce di dubbia provenienza.
ALLARME PIOMBO E CROMO
Il nostro rossetto costava un euro. Quando lo abbiamo acquistato accanto a noi c’erano gruppi di ragazzine appena adolescenti che controllavano i colori dei vari prodotti esposti. L’Arpa ha rilevato in quel rossetto di colore scuro una presenza di piombo 5.500 volte superiore ai limiti di legge, mentre quella di cromo era pari a 1.300 volte in più della soglia consentita. In poche parole, appena messo sulle labbra, può provocare allergie cutanee, edema ma soprattutto i metalli presenti, ad una concentrazione così elevata, entrano immediatamente in circolo attraverso le mucose diventando pericolosi in caso di uso prolungato. Quel rossetto era privo di marca ed etichetta, come invece impone la legge.
OMBRETTO
A questo punto ci è sorto un altro dubbio. Sono sicuri anche tutti i prodotti venduti nei negozi, magari grandi franchising, che espongono sugli scaffali varie tipologie merceologiche tra cui anche i cosmetici? Ci siamo diretti in uno di questi franchising, piuttosto noti. Ancora cosmetici, ma niente rossetto. Questa volta scegliamo un ombretto, colore blu. Anche l'ombretto, a contatto con gli occhi, può essere un prodotto fortemente allergizzante in soggetti più sensibili di altri. Qui la marca c'era ed è anche piuttosto conosciuta, soprattutto tra i giovani. Prezzo, 3 euro e 20 centesimi. Portiamo l'ombretto all'Arpa Lazio e nel giro di una settimana le analisi del laboratorio sono pronte.
ALLERGIA DA NICHEL
È scritto nero su bianco dai tecnici del laboratorio: «Trattasi di campione considerato non regolamentare (Reg. CE 1223/2009) per la presenza di cromo e nichel oltre il valore di 1 PPM». Tradotto: nell’ombretto i valori di quelle sostanze erano tre volte superiori al limite consentito. Questa quantità, tuttavia, non definisce tecnicamente il prodotto tossico, al pari del rossetto, ma comunque potenzialmente allergizzante. In questo caso c’era marca, il confezionamento, la provenienza «made in China» non si sa se volutamente nascosta da una mini targhetta con il nome del franchising, e soprattutto era venduto all'interno di un grande punto vendita presso il quale si servono centinaia di persone ogni giorno.
Fonte: iltempo.it