Franchising, retail, business
Ultimamente leggo di molte lamentele nei gruppi degli italiani a Londra sul fatto che alle persone mancano le cose buone della loro terra, come il sole, lu mare, lu ventu e il chiedere lo zucchero al proprio vicino… che a quanto pare è un’abitudine tipicamente italiana di cui ero ignaro, sarà perché generalmente se mi accorgo che lo zucchero sta finendo lo vado a comprare prima di arrivare all’ultimo granello.
Ma il punto è: davvero non si può bussare al proprio vicino qui a Londra?
A quanto pare sì, ma non lo dicono solo gli italiani su Facebook, ma addirittura uno studio commissionato da Nextdoor, un social network che connette le persone che vivono nella stessa zona: i vicini appunto. E, secondo questo studio, Londra sarebbe la città del Regno Unito in cui si applicano meno le regole del buon vicinato.
Ben il 68% dei londinesi infatti sembrerebbe sapere poco o niente del proprio vicino, con il 16% che non ne conosce per niente il nome. E questa scarsa familiarità porta a non fidarsi del tizio della porta affianco se si tratta di affidargli il cucciolo durante le proprie vacanze, o fargli ricevere un pacco postale quando si è assenti in casa.
Al contrario, il Galles, le West Midlands e lo Yorkshire sono risultate regioni molto più amichevoli in UK.
Un portavoce per Nextdoor, Max Chambers, ex consigliere di Downing Street che ha aiutato a lanciare il social, ha avviato la campagna “share a cuppa” che invita a condividere una tazza di tè con il proprio vicino per conoscerlo meglio. “Grazie a internet siamo più connessi globalmente, ma stiamo perdendo il contatto con le persone realmente vicine a noi”, ha affermato. E non sorprende, considerato che sono proprio i giovani dai 18 ai 24 anni, cioè quelli cresciuti nell’era degli smartphone, ad aver dichiarato di sentirsi tra i più isolati.
Eppure Londra ha più volte dimostrato di avere un forte spirito comunitario, soprattutto con i recenti tragici eventi che hanno coinvolto il Borough Market e la Grenfell Tower.
E voi? Lo chiedete lo zucchero al vostro vicino?
di: Giuseppe A. D'Angelo