Franchising, retail, business
05/09/2017 - Prima è arrivato Eataly, oggi tra le infinite possibilità che mercati gastronomici e food hall offrono agli americani per mangiare con poco provando specialità in arrivo da tutto il mondo, il cibo italiano sembra giocare un ruolo importante. Da Miami a Whasington DC, a New York, ecco le prossime aperture che scommettono sul made in Italy.
Mangiare al mercato. È boom di food hall
Food hall o mercato gastronomico, che dir si voglia. Quello che in Italia è un fenomeno non ancora giunto a piena maturità, sebbene di esempi eccellenti se ne cominci a contare più di qualcuno, negli Stati Uniti imperversa da tempo, eppure non sembra conoscere battute d'arresto. Sul punto della situazione ha ragionato recentemente il sito del Wall Street Journal, dati alla mano: nel 2016 il numero delle food hall in attività sotto la bandiera a stelle e strisce è cresciuto del 37%, ed entro il 2019 gli esperti del mercato immobiliare prevedono che il dato raddoppierà.
Con quanto ne consegue in termini di costumi alimentari e ricadute economiche sul business della ristorazione nelle grandi città del Paese: a un numero crescente di avventori che amano mangiare fuori senza troppi fronzoli, confortati dalla varietà d'offerta e dai piccoli prezzi di piazze gastronomiche sempre più soddisfacenti in quanto a qualità del cibo e piacevolezza degli spazi da condividere, ha fatto seguito, per esempio, l'interessamento di grandi chef e imprenditori della ristorazione a format di fast e casual food d'autore.
Nel frattempo loft e fondi al pian terreno di edifici strategici nelle principali città si sono popolati di cucine estemporanee attrezzate di tutto punto, tavoli sociali, chioschi, laboratori gastronomici e colorati box traboccanti di cibo, a tutte le ore del giorno.
Tanto che oggi i detrattori del genere non possono fare a meno di rilevare l'inevitabile omologazione indotta dalla sovraesposizione del format (ma l'ultimo arrivato a New York, il DeKalb Market di Brooklyn, inaugurato alla metà di giugno con parecchio ritardo sui piani, appartiene decisamente alla schiera dei progetti più riusciti, con oltre 40 box, e il primo esperimento “in trasferta” di Katz's Deli e del suo celeberrimo pastrami. E anche lo storico Chelsea Market si rinnova).
Il cibo italiano che piace all'America
Trend nel trend – e questo ci riguarda più da vicino – il cibo italiano sembra trainare con forza gli investimenti nel settore. Impossibile non rilevare l'apprezzamento per prodotti e ristorantini di Eataly a New York: solo qualche giorno fa, un focus del New York Times sottolineava come la sede di Flatiron – la prima aperta in città, nel 2010, l'anno scorso è arrivato il bello spazio al World Trade Center – non solo attiri un gran numero di turisti, ma pure tanti newyorkesi che indugiano tra i banchi di frutta e verdura, e da Eataly fanno regolarmente la spesa. Le novità in cantiere sul tema made in Italy, però, coinvolgono pure altre città degli States. A Washington DC si lavora alacremente per portare a termine il cantiere dell'ambizioso Wharf Complex, un investimento da oltre 2 miliardi e mezzo di dollari, che ha richiesto 3 anni di lavori.
Washington, Miami, New York. Nel segno del made in Italy
La nuova cittadella sull'acqua ospiterà uffici, appartamenti, grandi catene alberghiere (Hilton e Hyatt), una Music Hall, tanti ristoranti, bar, locali (tra cui anche Shake Shack). Ma ci saranno anche un mercato del pesce, un'area dedicata alle ostriche, e una food hall italiana, lo Stefanelli Italian's Market; il progetto di Nicholas Stefanelli, chef della Masseria di Whasington DC, sarà pronto per la prossima primavera, e si svilupperà su tre piani, un mercato di prodotti freschi e a scaffale al primo, un ristorante con servizio ai tavoli al secondo, e una terrazza con vista per il bar. Tutto a tema tricolore.
Già alla fine dell'anno, invece, sarà inaugurata a Miami La Centrale del ristoratore Jacopo Giustiniani. La food hall italiana aprirà al Brickell City Centre a dicembre, nel quartiere finanziario del città. Anche in questo caso, lo spazio si svilupperà su tre piani, con un mercato di prodotti freschi al pian terreno, dalla carne ai formaggi made in Italy, una serie di ristorantini regionali al secondo (il modello è chiaramente quello di Eataly), un terzo piano dedicato al vino, con scuola di cucina. Mentre tornando a New York, è sempre valido il progetto di Cipriani nell'Upper West Side: il ristorante veneziano, già celebre in città, aprirà la sua prima food hall all'interno del complesso in costruzione Two Waterline Square, che ospiterà un mercato esperienziale, con una serie di ristoranti e box di street food, per sviluppare tutte le potenzialità della cucina italiana. Dopo una serie di intoppi burocratici, la data di apertura è ancora da definire.
a cura di Livia Montagnoli
Fonte:http://www.gamberorosso.it/it/news/1045804-il-cibo-italiano-che-piace-all-america-nuove-food-hall-e-mercati-made-in-italy-che-aprono-negli-states