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«Perché ho lasciato Ryanair e perché i giovani abbandonano l’Italia»

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21/09/2017 - Sono un comandante (giovane, alla soglia dei 30 anni) ex Ryanair, impiegato nel sud-est della Cina da inizio anno con stipendio quintuplicato.

Scrivo questa lettera perché è evidente che quello che sta succedendo in quell’azienda è un buon indicatore di cosa potrebbe accadere fra qualche anno in Italia.

I cittadini giovani, così come i dipendenti Ryanair non hanno fatto molto rumore negli ultimi anni. Non sono scesi in piazza, non hanno protestato. Hanno peró fatto una cosa molto più radicale e grave: hanno votato con i piedi.

Un esodo silenzioso, sottovalutato e sminuito da chi è al potere (vedi il governo italiano con i giovani o l’amministratore delegato di Ryanair O’Leary con i piloti). Problema ignorato fino alla crisi della settimana scorsa, quando le operazioni e la credibilità aziendale sono state compromesse in modo grave.

Ci sono due modi per rimpiazzare un comandante:

1) Assumere un dipendente, addestrarlo da zero e poi fare in modo di trattenerlo in azienda offrendo condizioni adeguate ai competitor.

2) Attirare con delle buone condizioni lavorative e contrattuali un comandante già in carriera (quindi qualcuno con minimo 7 anni di volo e studio alle spalle, nella maggior parte dei casi 15 anni o più).

Una mattina si sveglieranno i pochi rimasti in Italia e si accorgeranno che i conti non tornano.

I laureati e i diplomati che sono costati allo stato miliardi di euro non saranno rimpiazzabili da stranieri (che sono ben felici di andare a fare le vacanze in Italia, un pó meno di affittarsi casa nella capitale dove i mezzi pubblici sono inefficenti, le buche un rischio mortale e l'80% delle persone non capisce l'inglese).

Si cercherà quindi di far tornare in patria gli italiani emigrati.

In due modi: quello soft, introducendo sgravi fiscali per i rimpatriati ( come già ha fatto lo stato italiano in passato e come sta facendo la Ryanair adesso dando un bonus di importo ridicolo per assumere o trattenere in azienda i piloti).

Peccato che la politica dei bonus sia precaria perché ha solo un effetto temporaneo, e comunque chi emigra difficilmente ritorna. Specialmente dopo aver sperimentato come si sta nelle nazioni concorrenti: strade senza buche, servizi efficenti, giustizia sociale, tribunali funzionanti, buoni stipendi e la maggiore possibilità di ottenere la pensione nei 192 paesi su 195 che hanno un debito pubblico in rapporto col Pil inferiore all' Italia.

Ci sarà anche quello coattivo: cosí come in Eritrea e Usa verrà considerata la tassazione universale dei redditi prodotti all'estero dai cittadini Italiani residenti Aire (buona fortuna per l'incasso).

I giovani sono irrilevanti politicamente vista la loro inferiorità numerica (e quindi numero di voti), ma escluderli dal processo decisionale e favorire gli altri non sará la soluzione.

Come abbiamo finalmente visto, un sistema (aziendale o paese) può essere messo in ginocchio proprio dalla parte debole, anche senza che essa abbia combattuto in modo convenzionale.

Prima di aggiornare i manuali sulla teoria dei giochi con questa eventualità della “primavera invisibile”, consiglierei di affrontare il problema.

I nati dal 1975 in poi non hanno quasi nessuna responsabilità nella creazione del debito abnorme che ha garantito un benessere (economicamente insostenibile e quindi fasullo) alle generazioni precedenti, a scapito di quelle successive.

Attenzione: bisogna trattare bene i pochi giovani coraggiosi che sono rimasti (ormai ci vuole più coraggio per restare che per andarsene), altrimenti sarete costretti a ripagarvi da soli quel debito.

di Adriano Ingrosso

Fonte:http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-09-21/perche-ho-lasciato-ryanair-e-perche-giovani-abbandonano-l-italia--165617.shtml?uuid=AE1EBOXC

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