Franchising, retail, business
09/05/2014
Barometro CRIF: ad aprile tonfo dei prestiti retail
a domanda di prestiti da parte delle famiglie scende (ulteriormente) del 9,6% ad aprile. È quanto emerge dal Barometro CRIF dei prestiti di questo mese, il peggiore da inizio 2014, nonostante i primi segnali di ripresa dei consumi e di miglioramento del sentiment.
Bisogna inoltre considerare che il dato dell’ultimo mese va confrontato con quello dell’aprile 2013 che, a sua volta, aveva fatto segnare una flessione del -2,8% rispetto all’anno precedente, accentuando quindi la dinamica negativa.
Il numero di richieste di prestiti nei primi quattro mesi del 2014 fa segnare complessivamente una flessione di circa il -7% rispetto allo stesso periodo del 2013 e del 2012, mentre la contrazione è anche più accentuata se confrontata con il I quadrimestre degli anni precedenti, già condizionati dagli effetti della crisi economica che ha colpito il Paese a partire dal 2008.
Nello specifico, nel mese di aprile 2014 i prestiti finalizzati hanno fatto segnare un calo del -9,5% rispetto al corrispondente mese del 2013 mentre per i prestiti personali il numero delle richieste è calato del -9,7%, comparto che nei mesi precedenti era caratterizzato da una migliore tenuta rispetto ai prestiti finalizzati.
L’importo medio delle richieste di aprile è di 7.973 euro, leggermente superiore rispetto al valore registrato nello stesso mese del 2013 (+3,1%). Per i prestiti finalizzati l’importo medio è di 5.015 euro (+9,6% rispetto ad aprile 2013) mentre per i prestiti personali la media si è assestata a 11.167 euro (+0,3% rispetto a un anno fa).
Prendendo in considerazione la distribuzione per fasce di importo, nel primo quadrimestre del 2014 tra le richieste di prestiti finalizzati quella che va per la maggiore si conferma la fascia inferiore ai 5.000 euro, con una quota pari al 68,8% del totale. Sul fronte dei prestiti personali, invece, si rileva un sostanziale equilibrio tra la fascia compresa tra i 5.000 e i 10.000 euro e quella tra i 10.000 e i 20.000 euro, entrambe con il 28,6% del totale.
Fonte: aziendabanca.it