Franchising, retail, business
06/10/2017 - Stessa pellicola ma ciascuno con il suo visore: i film non sono più solo «flat» Esperienze In «Planet» ci si trova immersi nella natura selvaggia della Terra del futuro
Le luci rimangono accese in sala, ma la proiezione inizia comunque. Siamo seduti su una sedia girevole e indossiamo un visore per realtà virtuale. Il film lo vediamo lì. L’idea è nata dai creativi del «Milano Film Festival», in collaborazione con la «Fastweb Digital Academy»: siamo all’ Ultrareal World , il primo cinema in realtà virtuale creato in Italia. E la sensazione è davvero strana: insieme ad altri 19 spettatori stiamo vedendo lo stesso film ma ognuno lo vede nel proprio schermo personale. Dunque a modo suo.
Cinema e anti-cinema
Perché in una proiezione a 360 gradi non esiste un punto di vista predefinito, come nei film flat: chi guarda sceglie di volta in volta cosa osservare, attratto da una scena o da un suono particolari. Alla fine dell’esperienza, della durata massima di 30’ a proiezione, si condivide con gli altri quanto si è visto.
«La realtà virtuale, presa per se stessa, è l’anti-cinema - ci spiega Carla Vulpiani, co-direttrice creativa del Festival in scena fino a domenica prossima -. Abbiamo voluto portarla alla 22esima edizione dopo che i cortometraggi in Vr hanno fatto il loro esordio agli Oscar e alla Mostra di Venezia. Ma l’abbiamo fatto senza perdere di vista la socialità, che è il cuore del cinema». Il connubio è bizzarro: si va al cinema con parenti e amici, come al solito. Ma poi sugli occhi viene calato un visore - un Samsung Gear 360 - e ogni spettatore entra nel proprio mondo. Un mondo condiviso, dato che la proiezione grazie a un’app parte in contemporanea per tutti. Ma all’interno dell’esperienza siamo poi da soli. E rigorosamente seduti per evitare che il coinvolgimento della visione ci porti a inevitabili scontri.
Le esperienze in programma
L’immersione totale nella storia è infatti garantita. In «Planet» di Momoko Sito (Francia, 2017, 7’), per esempio, ci troviamo al centro di una natura selvaggia, quella della Terra del futuro dove la razza umana è scomparsa, circondati da insetti e strane creature marine. Nel primo corto prodotto dallo Swedish Film Institute, «Oh Deer!» (Svezia, 2016, 5’), siamo coinvolti in una caccia al cervo, con la particolarità di essere noi stessi lo sventurato cervo. A dir poco estraniante, così come lo è trovarsi in una delle camptown della prostituzione create in Corea del Sud per l’esercito americano fin dagli anni 50: «Bloodless» di Gina Kim (Corea del Sud, 2017, 11’) ha vinto il premio Best Story per la categoria film Vr all’ultimo Festival di Venezia. Nelle prossime settimane sarà possibile vivere altre esperienze, come il viaggio attraverso gli Stati Uniti di un padre e di una figlia raccontato da «Pearl». Il capolavoro di Patrick Osborne (Usa, 2016, 6’), parte del progetto Spotlight Stories di Google, è stato il primo candidato all’Oscar in realtà virtuale.
Spettatori del futuro
La rassegna andrà avanti fino a marzo del 2018, con 6 appuntamenti, uno al mese. «Ma l’idea è di far diventare Ultrareal una sala permanente dove assaggiare una porzione del futuro che abbiamo davanti», spiega Vulpiani. Perché la realtà virtuale o la mixed reality sono tecnologie ed esperienze destinate a prendersi porzioni sempre più generose della nostra vita. L’intrattenimento, come possono essere i film a 360° o i videogiochi, è solo la soglia di ingresso. Domani, ma già anche oggi, ci troveremo proiettati nelle zone di guerra con servizi giornalistici in realtà virtuale (il nostro giornale, con il canale video Corriere 360, è all’avanguardia in tal senso), manipoleremo oggetti proiettati nei nostri occhi - fogli Excel o motori elettrici - in situazioni di tele-lavoro che ora sembrano fantascienza. «I ragazzi delle scuole potranno visitare una nuova ala del Louvre senza doversi recare a Parigi», spiega Federico Ciccone, marketing manager di Fastweb. «Lo sviluppo del Paese passa anche attraverso la diffusione della cultura digitale». Un primo appuntamento con il futuro potete dunque darvelo al cinema, per iniziare a capire come si possono far convivere vecchie abitudini e nuovi paradigmi.
di Federico Cella
Fonte:http://www.corriere.it/tecnologia/cyber-cultura/17_ottobre_06/cinema-ultrareal-world-milano-sala-360-gradi-virtuale-49ceeb3a-aa79-11e7-bf9b-eb2db464e457.shtml