Franchising, retail, business
16/10/2017 - IL FONDATORE DELLA CATENA DI NEGOZI SPORTIVI RACCONTA COME, DOPO AVERLA VENDUTA E RICOMPRATA, È RIUSCITO A RISOLLEVARLA DA UNA CRISI PROFONDA. IL GRUPPO OGGI FATTURA 460 MILIONI CON UN EBITDA POSITIVO DI 30. E PUNTA ALL’E-COMMERCE
Milano L’ ha fondata e fatta crescere. Nel 2006 ha venduto la maggioranza realizzando un’ottima plusvalenza. Ma quando, sei anni dopo, Cisalfa entra in grande difficoltà economica e finanziaria, Vincenzo Mancini se l’è ricomprata. E nel giro di quattro anni l’ha risanata, senza tagliare posti di lavoro. Anzi: oggi il gruppo Cisalfa Sport conta 2.500 tra dipendenti e collaboratori, 140 negozi concentrati tutti in Italia nelle location più strategiche del Belpaese, distribuisce i brand più gettonati dell’universo sport (tra cui Nike, Adidas e Puma) e produce in licenza per Ellesse, Mistral, Fila, Arena e altri.
Un rilancio in piena regola che si legge nei numeri: «Prevediamo di chiudere il bilancio consolidato 2017 con un giro d’affari di 460 milioni — anticipa Mancini — di cui 380 fatturati da Cisalfa e 80 da Intersport (il gruppo d’acquisto internazionale), contro i 410 milioni del 2016». Ma il dato che conferma in assoluto la salute dei conti, «è l’ebitda, che quando abbiamo ripreso in mano l’azienda era negativo per 5 milioni. Mentre oggi è in attivo di 30». Un risultato importante, frutto di un lavoro che ha coinvolto il concept dei negozi, il rapporto con collaboratori e fornitori, e il rafforzamento di partnership strategiche.
Con l’obiettivo «di diventare i numeri uno in Italia, per le persone che nei marchi internazionali cercano prodotti dallo stile anche italiano. Prodotti di ottima qualità a prezzi competitivi». In altre parole Cisalfa si pone come il riferimento, il luogo, dove la clientela che si contraddistingue per quel gusto elegantemente italiano, va a colpo sicuro. Una clientela numerosa, visto il numero degli affezionati: «A oggi abbiamo un milione e 400 mila tessere di clienti fidelizzati che fanno acquisti almeno una volta al mese».
Il nuovo corso Cisalfa è iniziato con il restyling dei negozi. «Ne abbiamo ereditati 130 che, come usa dire, avevano fatto il loro tempo. Così li abbiamo rimodellati ». Il nuovo format utilizza «materiali ecologici, illuminazione led a basso consumo e una disposizione delle collezioni più accattivante e fruibile». La formula battezzata 2.0 che, sulla scorta delle innovazioni che corrono sempre più veloci, è stata rinominata 3.0, oltre che i negozi materia del restyling, contraddistingue anche le nuove aperture in calendario: «Almeno una decina entro il 2018, tra Milano, Bologna, Firenze, Roma e altre città capitali dello shopping». In parallelo con l’espansione delle vetrine reali, Cisalfa ha messo sul tavolo cinque milioni di euro per sviluppare il canale virtuale dell e-commerce. Che entro il 2018 sarà un asset molto importante. «È noto che molte catene di marchi generalisti del nostro settore, sono in profonda crisi.
Soprattutto in America in tanti hanno ridotto drasticamente il loro business, o addirittura hanno chiuso i battenti, poiché il 25 per cento del giro d’affari viene ormai assorbito dall’ecommerce », ricorda Mancini a cui non difetta certo la capacità di analisi dei mercati internazionali: «Senza il prezioso lavoro dei miei collaboratori e senza la mia squadra personale, non saremmo arrivati dove siamo”. Un riconoscimento che Vincenzo Mancini ha in animo di trasformare in un tributo concreto: «Nei piani del gruppo c’è la quotazione di Cisalfa al listino di Borsa Italiana entro i prossimi tre anni. Il mio obiettivo è quello di condividere questo traguardo con i miei collaboratori, attraverso un piano molto importante di stock option». Nella foto qui a destra Vincenzo Mancini proprietario di Cisalfa; sopra i negozi appena rinnovati.
Marcella Gabbiano
Fonte:http://www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza/2017/10/16/news/vincenzo_mancini_cos_ho_fatto_rinascere_cisalfa-178417716/