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16/05/2014
La scelta della famiglia Foradori Hofstätter: raddoppieremo bottiglie, terreni e fatturato della Dr Fischer] La scelta della famiglia Foradori Hofstätter: raddoppieremo bottiglie, terreni e fatturato della Dr Fischer.
Da Bolzano alla Mosella: il «signore» del Gewürztraminer investe sul Riesling: da noi è rarissimo, la sua patria è oltre il Brennero. Una storia fatta di vigne e «poteri magici»
Ha assaggiato per la prima volta il Riesling a 7 anni. Nella notte di Natale, ogni anno alla stessa ora, il padre apriva una bottiglia mentre dal campanile di Tramin-Termeno, il più alto della provincia di Bolzano, venivano diffuse musiche sacre.
Ora che è diventato adulto, Martin Foradori Hofstätter ha continuato il rito con il Riesling: solo che invece di una bottiglia ha acquistato un’azienda che si dedica a questo vino. Mentre molti suoi colleghi (dal Piemonte dei Gancia alla Toscana dei Marone Cinzano) hanno venduto a investitori stranieri, Martin ha conquistato un pezzo di terra tedesca. È il primo vignaiolo italiano ad aggirarsi per i pendii della Mosella. È partito dalle Tenute Hofstätter, in Alto Adige. Ed è approdato alla Weingut Dr Fischer-Bocksteinhof, nel paese di Ockfen, lungo il fiume Saar.
Sempre più a nord
Il Riesling è uno dei vitigni migliori al mondo e tra le zone in cui si esprime al massimo c’è la Mosella. Un’uva antica, nella regione in cui è nato Karl Marx (la sua casa a Treviri è ora un museo). «Vengo da una zona vinicola e sono ex proprietario di un vigneto. So riconoscere un vino buono. E sono incline a pensarla come Lutero: un uomo che non ama il vino non sarà mai buono a nulla», scrisse nel 1866 il filosofo in una lettera a un amico che gli aveva spedito alcune bottiglie.
Il Riesling cresce anche in Italia. «Ma sono convinto che quello autentico sia rarissimo da noi, la sua patria è oltre il Brennero», assicura Martin, gioviale come un ragazzone, risoluto nel pensiero, cultore della qualità di Gewürztraminer e Pinot nero in Alto Adige. «Il Riesling l’abbiamo piantato anche noi a Termeno, ottomila metri quadrati, ma non ne vale la pena: trasformeremo il vigneto in un campeggio a quattro stelle». La passione per il Riesling l’ha spinto a cercare più a Nord, nella Germania di Friedrich Nietzsche e dei pensieri di Zarathustra: «Un profumo e un odore d’eternità, un odore di vino dorato, bronzeo, un odore soave di rose, di antica felicità...: il mondo è profondo e più profondo di quanto il giorno pensasse».
La ricerca della profondità di Martin ha un campo d’azione: la vigna. La sua famiglia è stata la prima in Alto Adige a tenere separate le uve da vigneto a vigneto. I vini prendono così il carattere del singolo territorio, come da sempre si fa in Borgogna. Martin, con le Tenute Hofstätter (50 ettari, 5 masi con 2 microclimi, fino a 1.000 metri d’altitudine) si è impegnato molto per il Gewürztraminer, organizzando il simposio mondiale dedicato a questo vitigno a Tramin (il nome tedesco di Termeno), animandolo anche con personaggi straordinari, come l’ascetico pastore di capre arrivato dall’Armenia con i formaggi giusti da abbinare ai vini. Ora ha deciso di eliminare la sua linea base del Gewürztraminer per produrre solo quelle superiori, Joseph, ed il cru Kolbenhof. «Un modo per spingere ancora di più verso la qualità - dice - in una regione che ha sempre mostrato poca attenzione ai cru, i vini da singola vigna, puntando di più sulla quantità».
Acidità al decollo
Ora il suo nuovo mondo si chiama Riesling. «Doctor Fischer è un’azienda storica di 6,5 ettari che si occupa solo di questo vino - racconta Martin - produce 50 mila bottiglie l’anno. Vogliamo raddoppiare vigneti, numero di bottiglie e fatturato».
Ed ecco la prima bottiglia, un Feinherb 2013. «Allacciate le cinture di sicurezza prima di bere», avverte Martin. Acerbo, fa sentire impreparati, come il vino. Il colore vira sul bianco. Salgono profumi di rosa e di agrumi. Decolla l’acidità, il segreto di lunga vita del Riesling, così alta da far strizzare gli occhi. Ha un buon residuo zuccherino che lascia tracce morbide: sono i primi passi di un vino che darà fra anni - dieci almeno - il meglio di sé quanto a eleganza e persistenza.
Assieme a Martin, nell’azienda Dr Fischer, ci sono un socio tedesco, Nike Weis (della cantina Weingut St. Urbans-Hof della Mosella) e il nipote del fondatore, Johannes Fischer. «La terra, in questa zona considerata al vertice della classificazione (Grosse Lage, grande vigneto), costa in media 70 mila euro l’ettaro, molto meno che in Alto Adige, dove chiedono 500 mila euro l’ettaro», informa Martin. Eppure, come ha scritto il critico del vino Hugh Johnson, «solo il Riesling, partendo da 7,5 gradi alcolici, può acquistare consistenza e aromi per 29 anni. Ha poteri magici». Profondo come piaceva a Nietzsche.