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23/10/2017 - Nasce "il Club", trimestrale per raccontare le ragioni per cui Italia e Gran Bretagna continueranno comunque ad amarsi
Vista dalla Terrace Room del Comedy Pub di Oxendon Street, a Londra, la Brexit non potrebbe apparire più lontana. Alle 19.30 una trentina di giovani tifosi romanisti e altrettanti del Chelsea s'apprestano a seguire il big match del terzo turno della Champions League addentando hamburger e ingollando pinte di Guinness. Prima solo chiassosi, poi delusi o festanti - dipende da chi l'ha insaccata per ultimo - ma per nulla aggressivi o irridenti né quando la squadra di Antonio Conte va avanti per 2-0 né dopo che Edin Džeko mette a segno la rete del temporaneo 2-3 a favore dei giallorossi. Il gruppo più folto comprende fan di entrambi i team, che s'abbracciano al 3-3 finale. Lavorano - raccontano - nella stessa banca d'affari, che li ha assunti per gestire dalla City acquisizioni e vendite di aziende in tutta Europa. Ad alcuni hanno detto che la loro futura città sarà Francoforte, una volta sancito il divorzio tra UE e Regno Unito.
La mattina successiva il caporedattore che accompagna nella visita alla redazione del Daily Telegraph i colleghi stranieri dell'Online Publishers Association (OPA Europe) tiene a chiarire che "il mio giornale è sempre stato euroscettico e considera un'opportunità, non un rischio, la Brexit, che peraltro, se s'andasse a rivotare oggi, verrebbe largamente confermata". Mentre lui parla, nella vicina area riunioni al primo piano di Buckingham Palace Road 111 stanno scambiandosi esperienze e informazioni giornalisti e manager digitali francesi, spagnoli, italiani, portoghesi, norvegesi, svizzeri, tedeschi, greci. E britannici. Sono proprio loro, i redattori e i dirigenti del Telegraph sostenitore accesissimo dello "Leave" nel 2016, gli ultimi associati in ordine di tempo a OPA Europe, perché "affrontiamo gli stessi problemi e possiamo trovare le stesse soluzioni", spiegano. Quando poi si finisce a parlare delle nuove regole europee sulla ePrivacy e sui dati personali, sono ancora loro i più interessati a capire come influenzare nei prossimi mesi le scelte di Europarlamento e Commissione.
Che si arrivi fino all'ultima decisione che allargherà la Manica, sia che ci si fermi un minuto prima, la Brexit è la contraddizione in termini messa in evidenza dal match di Champions League seguito nel pub, dal meeting degli europei nella redazione più euroscettica e da quanto avviene in ogni occasione di contatto tra continentali e isolani, al ristorante, in un'aula universitaria, sul metro da Heathrow a Earl's Court.
È a Londra, più che nell'Inghilterra rurale e operaia, che la Brexit si conferma anacronistica e antistorica, insufficiente a dare anche solo alcune delle risposte che l'Europa, tutta, si attende. Come scrive sull'Evening Standard Nick Clegg, già leader liberal-democratico, si stanno rivelando false "le promesse utopiche secondo le quali la Brexit avrebbe determinato un futuro radioso per il semplice fatto di realizzare la volontà della maggioranza del popolo britannico".
Bisogna tuttavia essere realisti e prepararsi a restare insieme di fatto anche senza più condividere le istituzioni continentali. La rivista bilingue il Club, che sarà presentata ufficialmente domani all'ambasciatore britannico in Italia Jill Morris, ci prova. Fondato da un ostinato pugliese con il cuore oltremanica, Francesco De Leo, il trimestrale stampato da Rubbettino Editore racconta molte delle ragioni per cui Italia e Gran Bretagna continueranno comunque ad amarsi: per la comune passione per la cultura e l'istruzione, perché qui e là si gioca il calcio più bello, per le diverse creatività che si trasformano in imprese, per l'infinita serie di maestri con un piede oltremanica e l'altro nella penisola.
E per tanto altro. Diffuso solo in abbonamento, il Club è ambizioso e anche un po' visionario. Ma se chi lo sfoglia si sentirà per qualche minuto come i ragazzi tifosi della Roma e del Chelsea che hanno brindato fino a tardi al Comedy Pub, avrà raggiunto il suo scopo.
di CLAUDIO GIUA
Fonte:http://www.repubblica.it/cultura/2017/10/23/news/brexit_rivista_il_club-179107137/?ref=search