Franchising, retail, business
06/11/2017 - Il colosso tedesco ha inventato la formula del discount e l’ha esportata nel mondo.
Ora arriva in Italia, con almeno 60 punti vendita. Farà male agli altri discount ma anche ai supermercati tradizionali e alle catene di elettronica, a causa della politica commerciale e alla proverbiale efficienza
Si chiama Aldi e se è un nome che non avete mai sentito, presto le cose cambieranno. Almeno se vivete al Centro-Nord. Si tratta della catena che ha inventato il format dei discount, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, in Germania, ed è stata una delle prime insegne a espandersi oltre i propri confini, già negli anni Settanta. Dagli Stati Uniti alla Francia al Regno Unito si espansa ovunque, ma in Italia non era ancora mai arrivata. Lo farà a partire dalla fine del 2017, con una sfilza di aperture in tutto il Nord Italia. Partirà con almeno 50-60 punti vendita, per poi raggiungere presumibilmente quota cento. Prime inaugurazioni sono date dalla stampa a Castellanza (Varese), Cantù (Como), Conegliano (Treviso), Rovereto (Trento). C‘è però un punto fondamentale: non saranno aperture qualunque perché dove arriva Aldi si sente eccome.
Un esempio? Prendiamo il Regno Unito, notizia del 17 ottobre: nelle 12 settimane precedenti le vendite di Aldi erano salite del 13%, quelle di Lidl del 16%, mentre i supermercati britannici per eccellenza, Tesco, Sainsbury, Waitrose e tutti gli altri le avevano viste salire tra l’1 e il 3 per cento. Tra i motivi c’è una guerra di prezzi (che ha portato Aldi a vedere scendere i profitti operativi del 17%, a fronte di una crescita del fatturato del 13%), ma c’è anche un sempre maggiore appealing verso una fascia di consumatori che prima non andava nei supermercati. Per questo a essere preoccupati, dal prossimo sbarco del gigante tedesco, non sono solo i discount. «Aldi si può considerare il re dei discount - commenta Sandro Castaldo, professore ordinario di economia e gestione delle imprese all’Università Bocconi -. È un’azienda che funziona molto bene. Lavora su una gamma di prodotti “private label” molto estesa, non solo nell’alimentare. E soprattutto ha fatto “trading up”: era un discount piuttosto bruttino, con la merce messa sui pellet, senza scaffali. Via via si è però trasformato in qualcosa di più simile a un supermercato». Una ricerca del 2002 mostrò come il 95% degli operai, l’88% degli impiegati, l’84% dei dipendenti pubblici e l’80% dei lavoratori autonomi faceva la spesa presso la catena.
Per questo, aggiunge, «i competitor da tempo si stanno tutti preparando al suo arrivo. Penny Market, Eurospin e Lidl stanno anch’essi facendo trading up per attirare una fascia di reddito più elevata. Lidl ha per esempio introdotto una propria linea “deluxe”. Saranno però colpiti anche tutti i supermercati e ipermercati che puntano sulla convenienza. E al di fuori del largo consumo, lo saranno i negozi che vengono telefoni ed elettrodomestici, due categorie da tempo presenti all’interno del discount tedesco». Per gli studiosi del settore, questo fenomeno si chiama ruota del dettaglio: le innovazioni arrivano sempre dal basso perché le aziende fanno trading up.
di Fabrizio Patti
Fonte:http://www.linkiesta.it/it/article/2017/10/21/aldi-il-re-dei-discount-arriva-in-italia-e-finiremo-per-farci-tutti-la/35912/