Franchising, retail, business
27/05/2014
Giorgos Diamantis, 40 anni, in piena crisi ha deciso di scommettere su un'idea nel settore delle tecnologie alimentari. Era il 2010, tutti gli dicevano di non provarci nemmeno e lui ha insistito. Risultato, ogni anno raddoppia i clienti e ha appena assunto due nuovi dipendenti
La zona industriale di Atene è ormai un quartiere spettrale: si susseguono fabbriche abbandonate, magazzini diventati dormitorio per senzatetto, auto abbandonate senza targa da chi non ha i soldi per rinnovare l'assicurazione. È qui che incontriamo Giorgos Diamantis, 40 anni, ex broker ed ex imprenditore del settore della plastica. Fino al 2009 era alla testa di una fabbrica che produceva giocattoli, poi la gente ha smesso di avere i soldi per comprarli e ha dovuto licenziare i dipendenti. Subito dopo, in piena crisi, ha deciso di scommettere su un'idea nel settore delle tecnologie alimentari. Era il 2010, tutti gli dicevano di non provarci nemmeno e lui ha insistito: oggi, in un Paese che in quattro anni ha polverizzato un quarto del Pil ed ha un tasso di disoccupazione che sfiora il 30%, ogni anno raddoppia i clienti e ha appena assunto due nuovi dipendenti.
Di che cosa si occupa la sua società?
Ho deciso di entrare nel mondo delle tecnologie alimentari. In pratica lavoriamo con aziende che producono pane, dolci e prodotti da forno. Per contenere i costi comprano farina di bassissima qualità e noi, con questa tecnologia, li aiutiamo a migliorarne la qualità e a renderle adatte ai prodotti che vogliono realizzare, dalla pita ai vari tipi di dolci, alla pasta.
Chi sono le aziende con cui lavorate?
Nella maggior parte dei casi sono sull'orlo del fallimento, hanno tagliato tutto e non riescono a produrre. Avrebbero bisogno di nuovi macchinari per innovare ma non possono certo acquistarlo. Il nostro ruolo è quello di offrire una tecnologia per fare innovazione low cost, per ottenere il massimo da materie prime di bassa qualità. È una combinazione di chimica, economia e crisi.
Come giudica i risultati?
Direi buoni, considerando che siamo in Grecia ottimi. Ho appena assunto due nuovi dipendenti, dal 2010 ad oggi ogni anno raddoppio i clienti. Adesso sono le aziende che ci chiamano: vedono i colleghi che resistono, cercano di capire cosa hanno cambiato e poi ci contattano.
Perché ha pensato al settore della panificazione?
Da quando è iniziata la crisi i greci hanno tagliato tutto: si è iniziato con le vacanze e gli extra per arrivare alla sanità e alla spesa. Mi sono detto: non smetteremo di comprare il pane, e così ho pensato di introdurre un tipo di innovazione per contenere i costi. Era da qualche anno che avevo in testa un progetto simile, la crisi ha reso necessario provare ad implementarlo adesso.
By: rainews.it