Franchising, retail, business
13/03/2018 - Economiche e sempre più diffuse, le cosiddette "pompe bianche" sono da sempre considerate la zona grigia in cui finisce gran parte del carburante commerciato illegalmente.
Senza generalizzare su circa 4.400 punti vendita dei quali circa 200 gestiti dalla grande distribuzione organizzata come Coop o Auchan, certo il problema esiste
Nate a metà degli anni Ottanta e poi proliferate dopo le liberalizzazioni, l'etichetta di "pompe bianche" racchiude oggi un panorama di realtà molto diverse fra loro: si va dai retisti che gestiscono decine di impianti no logo o con marchi "indipendenti" (spesso proprietari al tempo stesso di distributori "colorati" convenzionati con le compagnie tradizionali) a piccoli proprietari della singola pompa. In comune hanno tutti l'approvvigionamento dal mercato extrarete, quello che un tempo era alimentato soltanto dalla fornitura in eccesso delle aziende petrolifere (i cosiddetti "lunghi di raffinazione") e in cui ora assieme al combustibile dei tanti produttori anche indipendenti si riversa spesso il frutto del traffico di carburanti.
Perché per continuare la politica aggressiva dei prezzi bassi è evidente che ci sono operatori disposti a tutto. Una strategia che funziona, considerando che pur nella diminuzione dei punti della rete di distribuzione, da cui stanno fuggendo o sono già fuggiti colossi come Shell, Total e Esso, le pompe bianche continuano ad aumentare. "Purtroppo l'allentamento dei sistemi regolatori - spiega Alessandro Zavalloni. segretario nazionale della Fegica Cisl - ha permesso l'ingresso nel sistema di tanti soggetti improvvisati, molti dei quali border line quando non proprio vicini alla criminalità organizzata. I limiti di un mercato deregolamentato e con scarsa sorveglianza dovrebbero interessare l'Authority. Il prezzo di vendita non può restare l'unico elemento su cui basare la competizione".
Fonte: Il Salvagente
Fonte:http://www.gestoricarburanti.it/redazione/il-settore/i-retisti/6689-pompe-bianche-e-zone-grigie