Franchising, retail, business
02/05/2018 - Nei primi tre mesi dell’anno 5.589 imprese hanno abbassato le saracinesche. Una strage «silenziosa» di negozi, piccoli artigiani, ditte individuali e anche aziende più strutturate che supera di gran lunga l’avvio di nuove iniziative imprenditoriali
TORINO - Torino chiude bottega. Maglia nera in Italia nel rapporto tra nuove imprese e cessazioni di attività. Nei primi tre mesi dell’anno 5.589 imprese hanno abbassato le saracinesche. Una strage «silenziosa» di negozi, piccoli artigiani, ditte individuali e anche aziende più strutturate che supera di gran lunga l’avvio di nuove iniziative imprenditoriali. Secondo i dati di Unioncamere in città sono, nel primo trimestre 2018, sono nate 4.436 società. Il risultato è il saldo negativo più consistente della Penisola: 1.243 imprese in meno rispetto all’anno scorso. Una desertificazione produttiva che va controcorrente: Roma, nei primi tre mesi del 2018, ha 1.373 imprese in più, Napoli 320 e Milano 90. Allargando lo sguardo a tutto il Piemonte il bilancio anagrafico delle imprese continua a viaggiare con il segno rosso.
Cessazioni
Da gennaio a marzo sono nate 8.138 imprese, ma sono 10.676 le cessazioni. «I numeri non brillanti ci danno l’immagine di una regione ancora fragile, anche se il primo trimestre è quello in cui si concentra la maggior parte delle cessazioni di attività, che si riflette sul Registro delle camere di commercio nelle prime settimane del nuovo anno - spiega il presidente di Unioncamere Piemonte Ferruccio Dardanello, che comunque chiede alle istituzioni, in particolare alla Regione, «un intervento più incisivo» per sostenere le attività d’impresa.
Ditte individuali
La crisi non è uguale per tutti. Infatti le società di capitali, che rappresentano il 17% di tutte le imprese piemontesi, continuano – seppure di poco - a crescere, +0,6%. «Si tratta di un dato molto positivo – dice Dardanello – perché significa che aumentano le aziende più strutturate, quelle che garantiscono occupazione ed esportano sui mercati esteri». La flessione più intensa riguarda le ditte individuali (-0,91%) che circa la metà delle imprese regionali. Negativi i tassi di variazione di tutti i settori, con un calo dello 0,50% del turismo, dello 0,59% dell’industria in senso stretto, dello 0,97% del commercio e dello 0,89% delle costruzioni. Il risultato più negativo riguarda l’agricoltura, che arretra dell’1,4%.
di Christian Benna
Fonte:http://torino.corriere.it/economia/18_maggio_02/imprese-piemonte-trimestre-saldo-negativo-piu-chiusure-che-avvii-070dafbe-4deb-11e8-98a3-3b5657755c11.shtml
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