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Nestlé paga 7,15 miliardi la licenza per vendere il caffè Starbucks nel mondo

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07/05/2018 - La multinazionale svizzera si garantisce un business da 2 miliardi all'anno e punta ancora di più sulla crescita negli Usa, dove la concorrenza è forte

MILANO - Alleanza miliardaria tra il colosso dell'alimentare Nestlé e il re delle caffetterie, Starbucks. Il gruppo svizzero pagherà 7,15 miliardi di dollari in cash per avere il permesso i commercializzare in giro per il mondo i prodotti a marchio Starbucks, Seattle Best Coffee, Starbucks Reserve, Teavana, Starbucks Via e Torrefazione Italia, di cui ha ottenuto la licenza. Si tratta di un business da 2 miliardi l'anno, ha spiegato la Nestlé nella nota attraverso la quale annuncia l'accordo.

La casa del Nespresso prova così a rispondere colpo su colpo ai competitor, che come nota Bloomberg si stanno facendo largo sul mercato del caffè e dei prodotti pronti da bere. Negli Stati Uniti, per esempio, ha corso molto la JAB Holding della famiglia Reimann, che con 30 miliardi di acquisizioni ha fatto suoi Keurig Green Mountain e Peet's. "Con Starbucks, Nescafé e Nespresso raggruppiamo tre marchi iconici nel mondo del caffè", ha spiegato il numero uno della Nestlé, Mark Schneider, nella nota.

Il gruppo svizzero aggiunge che non è previsto il passaggio di asset fissi nell'operazione, il che rende l'aggregazione più leggera e prospetta già dal 2019 un contributo positivo ai margini di Nestlé. Cambieranno invece casacca circa 500 lavoratori di Starbucks, che passeranno al gruppo svizzero, anche se le operazioni "continueranno ad essere condotte da Seattle".

L'accordo, in attesa dei consueti via libera dei regolatori, si dovrebbe siglare entro la fine dell'anno. Nel perimetro - oltre alle attività fisse (che vuol dire anche i locali Starbucks) - non sono incluse neppure le bevende 'ready to drink', quelle vendute in forma già preparata e pronta al consumo. I ready to drink possono essere sia bevande alcoliche - come ad esempio vodka o rum miscelate con succhi di frutta - o analcoliche come ad esempio tè o caffè freddo. Il ready to drink non include quelle bevande che viceversa richiedono una preparazione per ottenere il prodotto finale. Escluse ovviamente anche le vendite dei prodotti all'interno degli Starbucks.

Fonte:http://www.repubblica.it/economia/finanza/2018/05/07/news/nestle_paga_7_15_miliardi_la_licenza_per_vendere_il_caffe_starbucks_nel_mondo-195713266/

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