Franchising, retail, business
04/06/2014
Per risparmiare tempo e risorse, Pechino ha deciso di importare dall'estero le professionalità di cui ha bisogno
Se la Cina vuole davvero portare a termine l'upgrade industriale e tecnologico di cui ha bisogno per rilanciare la produzione nazionale su basi diverse da quelle che la contraddistinguono dall'inizio del boom economico dei primi anni '80, ovvero manifattura semplice e, soprattutto, estremamente economica, ha bisogno di formare forza lavoro qualificata. Tuttavia, non avendo abbastanza tempo, risorse e know how per riuscire a farlo internamente, per evitare di ritrovarsi ad aspettare troppo prima che questo processo si compia ha deciso che le conviene iniziare a importare le professionalità di cui ha bisogno dall'estero.
E' per questo che Pechino ha annunciato di voler snellire le procedure che permettono agli stranieri di ottenere la residenza permanente nel paese, e quindi di non aver più bisogno di un visto per lavorarvi.
A dire il vero, i cinesi hanno introdotto la loro green card già nel 2004, e negli ultimi cinque anni sono entrati nel paese ben 4.100 scienziati con un programma orientato ad attirare in Oriente migliaia di esperti con un background scientifico. In altri casi la residenza è stata concessa come "premio" per chi ha scelto di investire nella Repubblica popolare somme pari o superiori ai 500mila dollari per "sostenerne lo sviluppo". Oggi, però, dopo che il governo si è convinto che la presenza di professionisti stranieri "nei settori ad alto potenziale di redditività" non ne minaccia la stabilità ma può generare enormi ricadute positive sull'economia nazionale, Pechino vuole rendere ancora più facile il loro ingresso e la loro permanenza in Cina.