Franchising, retail, business
29/05/2018 - Dopo un periodi di crisi, il settore della ristorazione sembra in ripresa, trainata anche dagli ottimi risultati di alcune catene. Senza dimenticarsi di due colossi come Marr e Autogrill
Se l’agroalimentare è uno dei settori chiave dell’economia italiana (oltre 130 miliardi di fatturato), la ristorazione è la sua locomotiva, grazie a un valore di oltre 40 miliardi di euro. Dall’ultimo rapporto Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) emergono altri dati interessanti: le famiglie nel 2017 hanno speso oltre 83 miliardi di euro in questo comparto, il +3% in più rispetto all’anno precedente. Sono infatti oltre 5 milioni gli italiani che fanno colazione tutti i giorni al bar e 13 milioni quelli che pranzano abitualmente fuori casa. Certo, non sono tutte rose e fiori: le chiusure dei locali sono di più delle aperture (10 mila contro 19 mila nei primi nove mesi del 2017), però qualcosa sta migliorando. In totale si parla di 329.787 imprese, con la Lombardia prima regione (15,4% del totale), seguita da Lazio (10,9%) e Campania (9,5%). Anche l'occupazione continua a crescere: oltre un milione di unità di lavoro, ovvero il 17% in più dall'inizio della crisi.
Marr leader di mercato
Ma, singoli esercizi a parte, quali sono sono le aziende più importanti di questo settore? La risposta non è così scontata: una delle aziende italiane più grandi di questo mondo non è un nome così conosciuto dal grande pubblico e non è nemmeno una catena di locali. Si tratta di Marr, realtà del Gruppo Cremonini (proprietario, tra gli altri, della catena di ristoranti Roadhouse), leader nella commercializzazione e distribuzione di prodotti alimentari per la ristorazione; si tratta di un’azienda quotata in Borsa Italiana dal 2005 (segmento STAR) che vanta numeri da multinazionale: 1,5 miliardi di euro di fatturato, 40mila clienti serviti, 10mila prodotti in assortimento, 34 centri di distribuzione e oltre 800 dipendenti.
Cigierre, una storia sorprendente
Passando alle catene di locali, tra i suoi protagonisti c’è la friulana Cigierre. Anche questo è un nome che non dice molto ai più: grazie ai suoi 300 milioni di euro di fatturato, però, è il più grande gruppo di ristorazione commerciale in Italia dopo Mc Donald’s. Nata negli anni ’90 a Udine all’interno di un centro commerciale, la società è ora controllata dal fondo di private equity internazionale Bc Partners e tra i brand in portafoglio vanta nomi come Wiener House, Old Wild West, Shi’s, Pizzikotto e, acquisizione dell’ultim’ora, America Graffiti, una catena da 63 ristoranti e fast food in franchising, la cui particolarità è proporre piatti americani in locali ispirati agli anni ’50 e al rock’n’roll.
Gruppo Sebeto tra cambiamento e continuità
Restando invece su gusti più “tradizionali”, non possiamo dimenticarci degli esercizi del gruppo partenopeo Sebeto, proprietario dei marchi Rossopomodoro, Anema e Cozze e Ham Holy Burger, per un totale di 140 ristoranti in Italia e nel mondo. Recentemente, la maggioranza delle quote del gruppo è stata acquistata dal fondo di private equity londinese OpCapita, che per la prima volta ha deciso di investire nel nostro Paese. Questo ha portato anche a qualche cambiamento nel management del gruppo Sebeto, con l’ingresso – nel ruolo di vicepresidente esecutivo – dell’ex amministratore delegato di Benetton Group, Marco Airoldi, e dell’ex Coo di Autogrill Roberto Colombo, che va a ricoprire il ruolo di amministratore delegato.
Autogrill, leader mondiale
Il nuovo amministratore delegato, quindi, porterà nel gruppo napoletano l’esperienza maturata nel primo operatore al mondo per i servizi di ristorazione per chi viaggia: Autogrill, infatti, è quotata alla Borsa di Milano ed è presente in 31 Paesi con oltre 57mila dipendenti, gestisce circa 4mila punti vendita in circa mille location e si occupa, direttamente o in licenza, di un portafoglio di oltre 300 marchi a carattere sia internazionale che locale.
Fonte:http://www.borsaitaliana.it/notizie/food-finance/food/tavolo.htm
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