Franchising, retail, business
07/06/2018 - Da online a offline. Il fenomeno dei brand nativi digitali sta moltiplicandosi, e comincia a profilarsi come un segmento di massima vitalità per la moda.
Perciò, un approfondimento sarà pubblicato nel numero 6, in uscita, di Pambianco Magazine., e sarà lanciata una rubrica per monitorare l’evoluzione dei casi italiani. L’ultimo caso riguarda Sézane, il brand francese nativo digitale che, dopo il debutto sul web del 2013, e una serie di aperture fisiche in Francia e in America, si prepara ad espandere ulteriormente la propria presenza offline, anche grazie a un nuovo investitore. La società di private equity General Atlantic, come riportato da diverse fonti stampa, ha infatti acquisito una quota di minoranza pari al 45% del marchio creato da Morgane Sézalory, il cui fatturato complessivo, quest’anno, dovrebbe superare gli 80 milioni di euro.
Tra gli imminenti progetti del brand, dunque, c’è l’apertura del primo punto vendita permanente, di 200mq, a Londra, nel quartiere di Notting Hill. Il nuovo spazio andrà così ad aggiungersi alle tre location di Parigi, più la presenza all’interno di Le Bon Marché, e a quella americana di New York. Sempre in America, tra l’altro, il brand ha di recente stretto un accordo distributivo, sia per l’online che offline, con Nordstrom. Ma nonostante l’aumento della propria presenza offline, Sézane realizzerebbe comunque, come riportato da Le Figaro, il 92% del proprio business online, piattaforma da cui lo stesso è nato e si è sviluppato.
Il web, come appunto testimonia Sézane, sta quindi diventando l’incubatore chiave per i nuovi brand della moda. Si chiamano brand ‘nativi digitali’, o ‘digital native vertically brand’ (Dnvb) o v-commerce brand, come li definiscono in America, ovvero quei marchi che nascono, e vivono, online. Un fenomeno, questo, che è stato promosso in origine dai grandi portali (come Amazon e Asos), facilitati dalla propria expertise digitale.
E che sta sviluppandosi oltre i ‘progenitori’, creando un sistema fiorente soprattutto in America, dove l’aumento delle vendite online (le cui stime prospettano un valore di 523 miliardi di dollari entro il 2020) va in tandem con la profonda crisi in cui navigano i retail fisici autoctoni. Infatti, Oltreoceano, si parla già di e-commerce 2.0.
I vantaggi di una presenza solo, o soprattutto, online sono molteplici, e spaziano da una più enfatizzata customer experience a una maggiore trasparenza sia a livello di filiera che di rapporto con il consumatore, senza contare la notevole riduzione in termini di costi sostenuti. In America, come detto, il fenomeno è decisamente fiorente, con brand quali Warby Parker ed Everlane, tra i più celebri. Ma sta diffondendosi anche in Italia, con realtà quali Lanieri, per l’abbigliamento uomo su misura, Velasca, per le calzature made in Italy, e Tela Blu, per l’abbigliamento maschile.
Fonte:http://www.pambianconews.com/2018/06/07/dal-web-allo-store-in-notting-hill-i-brand-nativi-digitali-sono-realta-237933/?doing_wp_cron=1528440590.1555409431457519531250
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