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07/09/2018 - Accordo di massima raggiunto tra Regno Unito e Francia per la cosiddetta “guerra delle capesante” che aveva visto il Canale della Manica - in tratto di mare che divide i due Paesi - diventare zona di scontro tra i pescherecci dell'una e dell'altra nazione.
L'ultimo episodio violento tra imbarcazioni francesi e britanniche è avvenuto lo scorso 30 agosto, quando c'era stato un lancio di pietre e fumogeni in alto mare: 35 imbarcazioni francesi hanno circondato cinque barche britanniche. La schermaglia si è svolta a oltre 12 miglia nautiche dalla costa. Secondo le norme europee, i britannici non possono pescare entro 12 miglia dalla costa francese, ma possono dragare per le capesante nel tratto di 40 miglia di acqua internazionale conosciuta come la Baie de Seine.
Di qui la reazione dei francesi.
Gli inglesi devono rispettare il fermo pesca. Ma dopo la Brexit cosa succede?
Mercoledì 5 agosto, però, a Londra i rappresentanti dei due paesi hanno raggiunto una conciliazione. In attesa di un accordo definitivo, le parti si sono impegnate a rispettare il fermo pesca nella Baie de la Seine durante il periodo in cui la pesca di capesante è vietata per i pescherecci francesi: in questo modo si dovrebbe eliminare quel vantaggio che, secondo i francesi, avevano i britannici. In cambio ai pescatori britannici dovrebbe essere data una “ragionevole compensazione”, la cui entità secondo fonti francesi potrebbero essere trovate sotto forma di cessione alla flotta del Regno Unito di quote di cattura di altri stock, assegnate originariamente dall'Unione europea alla Francia.
“La disputa fra pescatori francesi e britannici – spiega l'on. Paolo De Castro, primo vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo – è legata alla differente regolamentazione nazionale dei due Paesi coinvolti. In Francia, la capasanta può essere pescata solo dal 1 ottobre al 15 maggio, mentre per gli inglesi non esistono date imposte per la pesca. Per regolare l'attività ed evitare tensioni, dal 2013 ogni anno viene firmato un accordo fra le due nazioni”. Accordo che, però, non si applica alle navi britanniche sotto i 15 metri, nonostante le continue richieste dei francesi che proprio per sottolineare la loro insoddisfazione quest'anno si erano rifiutati di firmare. Senza contare che con l'uscita del Regno Unito dell'Ue, la situazione era diventata più tesa negli ultimi mesi, sebbene l'accordo non dipenda dall'Unione europea: il divieto di pesca al di fuori del periodo stabilito è deciso su iniziativa delle organizzazioni professionali al fine di proteggere le risorse ittiche. “Ad ogni modo – prosegue De Castro –, la stessa Commissione Europea è intervenuta nelle scorse settimane per chiedere ai due paesi interessati una soluzione amichevole della controversia, soluzione sostenuta dai Ministri dell'agricoltura di Francia e Regno Unito, che hanno condannato gli scontri e hanno annunciato la riunione di mercoledì a Londra tra i rappresentanti dei pescatori dei due paesi per trovare una soluzione”.
In Italia mangiamo le capesante inglesi e francesi
Tutto risolto quindi? Non proprio. Soprattutto gli italiani, forti consumatori di capesante importate, non possono ancora tirare un sospiro di sollievo. Secondo Impresapesca Coldiretti arrivano dall'estero sui nostri mercati circa 27 milioni euro di capesante, provenienti per quasi ¾ proprio dai due Paesi europei “belligeranti”. Dalla sola Gran Bretagna prendiamo ben oltre la metà delle capesante importate, mentre la Francia è il secondo fornitore. “Nonostante i circa 7500 chilometri di costa l'Italia è – continua Impresapesca Coldiretti – un forte importatore con 2 pesci consumati sul territorio nazionale su 3 che sono in realtà importati dall'estero”. Cosa accadrà quindi con l'entrata in vigore di Brexit a fine marzo? C'è il rischio di perdere la quota di capesante britanniche?
“Per quanto riguarda Brexit – chiarisce De Castro –, al momento non è possibile stabilire quali saranno le condizioni, poiché i negoziati per la pesca non sono ancora iniziati. Certo è che la Gran Bretagna dopo il 29 marzo 2019 sarà da considerarsi Paese Terzo e non avrà più lo stesso accesso alle acque comunitarie. Senza considerare che l'Unione europea, che fino ad oggi ha avuto un ruolo di arbitro imparziale fra le due nazioni, molto probabilmente in futuro avrà più interesse a schierarsi con la Francia, stato membro”.
di Maria Teresa Manuelli
Fonte:http://www.ilsole24ore.com/art/food/2018-09-07/la-brexit-entra-piatto-ed-e-guerra-capesante-123922.shtml?uuid=AEP2hCmF
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