Franchising, retail, business
La lista è stata stilata dalla rivista americana "Eaters", con l’aiuto dei suoi esperti culinari. Perché, ormai, prima di pianificare un viaggio, i turisti valutano la qualità del cibo che potranno assaggiare a destinazione
Lo dimostrano tante recenti indagini: prima di pianificare un viaggio, i turisti valutano la qualità del cibo che potranno assaggiare una volta arrivati a destinazione. La cucina locale sembra contare ancora più del luogo dove pernottare. E, se si considera il fatto che le persone viaggiano più che mai (l’anno scorso è stato segnato il record di 1,4 miliardi di viaggi internazionali), è facile intuire quanto cresca la fame di nuove esperienze culinarie. Ecco perché l’autorevole magazine americano “Eaters”, che intercetta i food trend più significativi, ha compilato, con l’aiuto della sua rete di esperti culinari, una lista delle 19 città dove si mangia meglio. Spoiler: non ce n’è nessuna italiana. Strano, no?
George Town, Malaysia
È un crocevia di diversità culinarie, grazie alle influenze cinesi, indonesiane, indiane e britanniche. Una tipica giornata qui potrebbe iniziare con la colazione in stile malese a base di nasi lemak, il riso cotto nel latte di cocco e servito con il sambal, una salsa speziata. A pranzo un thali, piatto unico indiano con riso, verdure e pane, e a cena i noodles fritti in stile cinese o qualche piccola specialità di street food.
Marrakech, Marocco
Se lo chiedete a un marocchino, vi dirà che il migliore cibo tradizionale è quello che si mangia nelle case del posto. Ma poiché ci sono sempre più stranieri che vengono a Marrakech come turisti culinari, sono stati aperti nuovi ristoranti veramente eccellenti che propongono cucina marocchina di alta qualità. Non è ancora facile trovare locali che servano tagine e couscous a cena, ma le possibilità, per i turisti, di gustare i cibi tradizionali della città, sono cresciute.
Malmö, Svezia
A Malmö tanti giovani talentosi hanno voglia di lavorare con prodotti naturali e sani, cresciuti grazie al clima mite e alle fattorie biologiche della regione di Skåne. Per essere una città di 300mila abitanti, Malmö offre una vasta gamma di bar e ristoranti. Tutti deliziosamente anticonformisti.
Richmond, Canada
È senza dubbio il posto migliore dove mangiare cibo cinese in Nord America. Il panorama culinario di Richmond è un viaggio fra i cibi tradizionali dei suoi residenti (molti dei quali hanno radici a Hong Kong, Taiwan e nella Cina continentale) e le creazioni di giovani chef asiatici-canadesi che, a partire dai piatti della tradizione, ne stanno costruendo altri che siano davvero solo loro.
Gyeongju, Corea del Sud
Mangiare a Gyeongju è un viaggio nel tempo: si può cenare come un Silla royal, con le ricette tramandate nel corso dei secoli e cucinate da chef appositamente formati, o mangiare come un monaco, a base di cibo pulito, vegetale, preparato e servito dal clero buddista.
Milwaukee, Wisconsin, Stati Uniti d’America
Circa una dozzina di birrifici hanno aperto, in zona, negli ultimi tre anni. Nella città del formaggio e della birra c’è molto da mangiare e nel 2020 ci sarà ancora di più da vedere. Secondo “Eaters”, è per via della Democratic National Convention che si terrà a luglio, dove i delegati del partito selezioneranno il candidato presidenziale democratico.
Akko, Isreale
Qui le diverse origini e fedi si sono intrecciate pacificamente, e il cibo ha beneficiato di tutte queste convergenze. In città si trovano il caffè arricchito con il cardamomo e l’hawaij yemenita, così come le infinite variazioni internazionali di hummus e frutti di mare. Olive, datteri, tahini, za’atar, pesce fresco ed erbe rare si uniscono in questa città dove il passato incontra il presente e il mare incontra la terra.
Marsiglia, Francia
Durante il Diciannovesimo secolo, immigrati provenienti da Italia, Spagna, Grecia e altri Paesi arrivarono a Marsiglia per lavorare nei suoi moli, nei suoi mulini e nelle sue fabbriche. Questo primo afflusso di culture aiuta a spiegare come si è evoluta una scena gastronomica straordinariamente cosmopolita, che è diventata ancora più ricca con l’arrivo dei rimpatriati nordafricani dalle colonie francesi dopo l’indipendenza, negli anni 50 e 60. I giovani chef di talento provenienti da tutta la Francia hanno iniziato ad aprire piccoli ristoranti che servono una cucina che non è mai esistita prima, una cucina bistrot contemporanea della Francia meridionale a prezzi moderati, fresca e creativa.
Lagos, Nigeria
Una marea di proposte street food e ristoranti che servono i cibi delle popolazioni immigrate provenienti da tutta l’Africa occidentale, ricchi di spezie e olio. Da non perdere le specialità come il riso jollof, riso bianco con salsa di pomodoro, uno stufato di peperoni e olio di palma.
Nagoya, Giappone
Mentre Tokyo è presa d’assalto dai visitatori per le Olimpiadi nel 2020, Nagoya è in una posizione perfetta per un viaggio collaterale focalizzato sul cibo. Anche se è vero che non c’è molto da fare, c’è parecchio da mangiare (come ha notato la “Michelin” nel 2018, quando ha aggiunto Nagoya al suo elenco). Il Nagoya-meshi, il termine giapponese usato per descrivere la cucina della regione, include kishimen (piatti di spaghetti), hitsumabushi (anguilla croccante in salsa), miso katsu (maiale fritto in salsa di miso) e molto altro ancora. Nagoya è un posto dove il cibo è generoso e allegro come i suoi abitanti.
Monterrey, Messico
Questo è il luogo dove sono nati la bistecca arrachera (un taglio di carne di manzo fibroso che viene dai muscoli addominali dell’animale) e la più grande competizione di barbecue dell’America Latina. Barbacoa di manzo, cabrito alla griglia e ribeye e tortillas di farina soffice sarebbero una ragione sufficiente per visitare questa città, ma ci sono anche tante altre chicche regionali meno conosciute che aspettano di diventare i nuovi food trend internazionali.
The East Village, New York City, Stati Uniti d’America
È il quartiere di Manhattan con gli spazi più piccoli, i prezzi più accessibili e forse la più ampia varietà di ristoranti innovativi rispetto a qualsiasi altro. Ci sono molte cucine: giapponese, cinese, coreana, ucraina, ebrea, indiana, vietnamita, filippina e altro ancora.
Pristina, Kosovo
Fa parte della nazione più giovane d’Europa, che ha dichiarato l’indipendenza solo 11 anni fa, e che da allora esprime se stessa attraverso l’arte, la vita notturna e, ovviamente, il cibo. La cucina di Pristina è stata storicamente influenzata dai sapori dell’Impero ottomano, dell’ex Jugoslavia e dei suoi vicini mediterranei, con particolare attenzione a carni grigliate, peperoni, formaggi, dolci e sottaceti. Ma con una nuova identità.
Porto, Portogallo
Il cibo portoghese piace sempre di più in tutto il mondo, e il Portogallo non ha mai avuto così tanti turisti (soprattutto americani) disposti a divorare tutto ciò che questo piccolo Paese ha da offrire. Ma la maggior parte di loro inizia e termina l’avventura portoghese a Lisbona, tornando a casa senza assaggiare la cucina nordica di Porto. Qui, gli chef locali cucinano cibi tradizionali con una raffinatezza ritrovata, dando una nuova forma a ricche ricette che per decenni sono state considerate troppo pesanti.
Cartagena, Colombia
È una fusione di culture indigene con le influenze delle popolazioni africane, arabe e spagnole, che hanno lasciato il segno nel corso della storia. La tradizione culinaria comprende stufati abbondanti, empanadas di formaggio, arepas ripieni, carni grigliate e frutti tropicali. Cuochi provenienti da tutto il Paese sono arrivati a Cartagena, attratti dall’abbondante pesce fresco e dalla biodiversità tropicale.
Hobart, Australia
Le scene artistiche e musicali, qui, sono esplose, e la cucina è maturata proprio insieme a loro. Anche il turismo è cresciuto e gli chef hanno iniziato ad arrivare a Hobart, attratti dal ritmo più lento della vita, dalla comunità affiatata e dai terreni agricoli impeccabili. Un numero crescente di nuovi ristoranti sta dimostrando che la città può offrire molto più di un semplice fish and chip.
Oakland, California, Stati Uniti d’America
Una delle città gastronomicamente più dinamiche degli Usa, e non per via di James Beard o delle stelle Michelin, ma dei suoi cuochi, che attraverso il cibo raccontano le proprie storie complicate e la lotta per l’equità.
Cork, Irlanda
Se il centro città potrebbe ancora avere l’aspetto di una sonnolenta cartolina irlandese, Cork è tutt’altro che snob, con i suoi festival di musica e arte, e la gente del posto che, insieme agli studenti del suo campus universitario, riempie i locali. Ciò che è cresciuto attorno all’antico mercato inglese, cuore tradizionale della città, è uno spazio diversificato, in cui trovano posto un piccolo caffè ayurvedico dell’India meridionale, la pizza a lievitazione naturale, il cibo giapponese, il caffè del Medio Oriente, gli impeccabili fish and chips e la birra artigianale.
Santiago, Cile
È la destinazione turistica preferita, in Sud America, dagli amanti del vino. Gli chef di Santiago, ispirati dalle rivoluzioni culinarie che si stanno compiendo in tutto il Sud America, stanno ribaltando la vecchia convinzione secondo cui il cibo tradizionale cileno non fosse adatto per la cucina raffinata.
di Monica Coviello contributor
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