Rimini addio. Senza rancore e con qualche rimpianto. Sandro Gentile, 51 anni, ha deciso di mettere in vendita la sua attività per mollare tutto e trasferirsi nelle Azzorre. Passerà quindi di mano OK Pizza, storico locale in piazzale Boscovich, sul porto di Rimini.
Gentile, perché questa scelta? “Un fatto del tutto personale: da cinque anni ormai vivo nelle Azzorre dove ho intrapreso un’altra attività, mia moglie è nata in quelle isole e finora ho fatto il pendolare. Ma adesso ho deciso di trasferirmi là definitivamente”.
Un locale storico che se ne va? “Assolutamente no e sono certo che qualcun altro potrà portare avanti un’attività che, questo è vero, ha fatto un piccolo pezzo di storia a Rimini”.
Da quanto tempo esiste OK Pizza? “Dal 1988, quando la mia famiglia, che veniva da Santarcangelo, rilevò la concessione un negozio che in origine aveva venduto articoli da spiaggia. La titolare era Sonia Toni, allora moglie di Beppe Grillo. Da allora nel nostro piccolo abbiamo vissuto tutta l’evoluzione della riviera, nel bene e nel male. Tanto per cominciare, appena subentrati scoppiò la crisi della mucillagine. E’ stata molto dura, ma non abbiamo mollato. La nostra offerta sarà anche semplice, ma ha sempre incontrato i gusti di tutti”.
Come ne siete usciti? “Qui nella zona del porto in tanti hanno avuto idee vincenti, innovative, che hanno cambiato l’offerta turistica. Come la musica dal vivo del RockIsland, o il Barge che fu il primo irish pub. E noi siamo diventati un punto di riferimento per quanti arrivano sul piazzale del porto. I motociclisti, per esempio. Ma come sappiamo, tutti vengono sulla “palata”, riminesi e non: gli anziani e i più giovani, i pescatori e i surfisti, le famiglie con i bambini e le coppie romantiche, il popolo della notte e si alza per vedere l’alba”.
Lei ha vissuto tutte queste evoluzioni? “No, avevo trent’anni quando la famiglia mi ha chiesto di dare una mano, prima lavoravo per conto mio come tour operator”.
Come vede la situazione della zona in questo momento? “Il porto di Rimini è sempre un luogo magico, con una forza di attrazione incredibile per tutti i tipi di persone. Ma secondo me l’area meriterebbe di più e non tutte le ultime novità l’hanno aiutata“.
Per esempio? “Ci sono state gravi perdite, come la tenda dei libri: era bello per la città avere una libreria sul mare; era un centro di cultura e fra l’altro anche l’unica edicola sul porto. Però è arrivata la ruota: mi dispiace, ma a me non è mai piaciuta. Addirittura secondo qualcuno sarebbe diventata un simbolo di Rimini. Ma noi non abbiamo bisogno di questo tipo di simboli, ne abbiamo già e sono solo nostri, unici, meravigliosi: il ponte di Tiberio, l’Arco d’Augusto, il Tempio malatestiano, il castello. Quelli sì sono i nostri simboli. Non che a noi la ruota abbia mai creato problemi. Ma l’atmosfera era diversa: c’erano le bancarelle dei canditi e dei lupini, come quella dell’indimenticabile Pippo. Anche quelli erano simboli, forse più umili ma più autentici”.
Ma perché ha deciso di lasciare tutto questo per andare proprio nele Azzorre? “Da appassionato di viaggi, ne ho visti di posti nel mondo. Ma quando arrivai per la prima volta alle Azzorre fu un amore a prima vista: è qui che voglio vivere, mi sono detto subito”.
Fascino del mito di Atlantide? “L’arcipelago è un posto incredibile dal punto di vista naturalistico. Ma è anche un bel luogo dove vivere, da ogni punto di vista. Purtroppo non conosciuto come merita, i più sanno solo che da lì arriva il famoso anticiclone. Le isole, 250 mila abitanti circa, appartengono al Portogallo, quindi siamo in Europa. Ma si trovano a un terzo della distanza fra vecchio continente e America, in molti sono emigrati negli Usa e in Canada e anche il turismo proviene in maggioranza da quei paesi. Molti standard quindi sono americani”.
Differenze con l’Italia, in meglio o in peggio? “I redditi non sono tanto alti, lo stipendio medio in Portogallo non arriva a 700 euro al mese; mia moglie, hostess della compagnia aerea di bandiera, prende 1.100 al mese, la metà rispetto alle sue colleghe di altri paesi. In compenso, però, c’è un welfare che funziona, a cominciare da una sanità di qualità molto alta, anche nelle Azzorre. E poi il fisco, la burocrazia: cose inimmaginabili da noi”.
Cioè? “Per dirne una, ci sono sportelli degli uffici pubblici all’interno dei supermercati, così si possono fare documenti anche durante la spesa. I collegamenti con non sono un problema, ogni isola ha il suo aeroporto e i residenti per andare a Lisbona pagano al massimo 150 euro, perché la differenza con il prezzo di mercato dei biglietti la paga lo stato. Le tasse non sono alte, con la mia impresa pago intorno al 36%, ma nessuno sgarra. E del resto sarebbe impossibile: la fatturazione elettronica esiste da oltre 10 anni, incrociano tutti i dati e se evadi o solo ritardi i pagamenti, non hai scampo. Hai avuto sfortuna? Peggio per te. Loro dicono che preferiscono meno attività ma sane e solide, invece di situazioni traballanti che potrebbero trasmettere i loro problemi anche agli altri. In compenso il rapporto con le istituzioni è semplice e diretto. Io tutti i mesi ricevo una mail molto amichevole dove mi si comunica quanta Iva devo versare. Poi in fondo, in grassetto, c’è scritto pari pari che se non pago entro il termine mi svuotano il conto corrente. E se tardo ancora mi chiudono la ditta”.
L’isola di Sao Miguel, la maggiore delle Azzorre
Gli italiani sono molti? “Non tanti, però ci siamo. E come turisti iniziano ad arrivarne parecchi. Chi viene qui ama la natura, ovviamente, ma l’accoglienza turistica è completa. Purtroppo stanno costruendo anche qualche grosso hotel, mentre la sistemazione migliore è nelle case, ce ne sono per ogni esigenza. Per questo qui ho abbandonato anche la pizza e sono tornato alla mia attività di tour operator, le prospettive sono molto interessanti”.
Cosa si può vedere? “Nove isole, ciascuna con il suo fascino, praticamente in pieno oceano atlantico. Isole vulcaniche, molto fertili, clima mai troppo caldo e mai troppo freddo. Scorci indescrivibili, esperienze che puoi fare solo qui. Come tuffarsi in lagune naturali formate da crateri spenti, mentre intorno è solo oceano”.
Un po’ come a Rimini? “No di sicuro, ma non si possono fare paragoni. Rimini e le Azzorre sono entrambe bellissime, ciascuna a modo suo. Amerò Rimini per sempre e continuerò a tornarci. Solo da turista, però”.
Stefano Cicchetti
Fonte:https://www.chiamamicitta.it/rimini-addio-vendo-ok-pizza-vado-nelle-azzorre/
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