CROWDFUNDME – INTERVISTA ALL’AD BALDISSERA: “SIAMO IL PRIMO PORTALE DI EQUITY CROWDFUNDING CHE ARRIVA IN BORSA”

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25/111/2018 - È la prima piattaforma di equity crowdfunding a quotarsi in Borsa a Milano. Stiamo parlando di CrowdFundMe, principale portale italiano per numero di investitori (oltre 5 mila) e secondo, dopo Mamacrowd, per capitale raccolto negli ultimi 3 anni (oltre 10 milioni di euro).

E, nell’arco del 2019, punta a calamitare una somma pari a 29 milioni. La società ha sede a Milano ed è nata nel 2013, ma l’anno della piena operatività è il 2016. A CrowdFundMe appartiene il record della più importante campagna di raccolta in Italia, ovvero quella dell’azienda innovativa Glass to Power: oltre 2,2 milioni di euro investiti in poco più di 30 giorni, da più di 400 utenti. La piattaforma si quoterà, in aumento di capitale, sul segmento AIM. Websim ha intervistato Tommaso Baldissera CrowdfundmeTommaso_Baldissera.jpgPacchetti (in foto), amministratore delegato e attuale azionista di maggioranza.

Perché CrowdFundMe ha deciso sbarcare in Borsa?

Vogliamo unire due mondi, quello del fintech con la finanza tradizionale, e far conoscere l’equity crowdfunding. Avremo occasione di fare un lavoro di educazione finanziaria, per spiegare come questi mondi siano complementari. È un percorso che vorremmo fosse fatto dalle startup che lavorano con noi: si parte da un imprenditore che magari mette del capitale proprio, poi si cresce con il crowdfunding e infine si arriva in Borsa. Si chiude un cammino, ma poi se ne apre uno nuovo per consolidare l’azienda nella finanza che conta.

Quanto capitale raccoglierete, secondo le vostre stime, con la quotazione?

Puntiamo a ottenere tra i 3 e i 5 milioni di euro. Il valore premoney della società è compreso in una forbice che va da 9 a 11,6 milioni di euro e che si traduce in 8-10 euro per azione.

Non è un rischio fare un’operazione del genere con i mercati sotto stress?

È un’occasione: mi hanno insegnato che un portafoglio ben diversificato riduce i rischi. CrowdFundMe è la prima società di equity crowdfunding ad arrivare a Piazza Affari e, quindi, l’acquisto delle sue azioni può essere strategico. Se la finanza tradizionale soffre, il nostro modello di business è una valida alternativa.

Come verranno investiti i finanziamenti ottenuti?

Ci sono tre punti principali. Il primo riguarda la tecnologia: il portale è il cuore pulsante dell’equity crowdfunding. Dobbiamo innovarlo continuamente per aumentare la qualità e l’efficacia della user experience. Il secondo obiettivo riguarda il medio-lungo periodo: CrowdFundMe vuole infatti creare un nuovo portale al fine di velocizzare l’iter per lo scambio delle quote. Ed è già stato avviato un dialogo con le autorità competenti. Terzo punto: la società, vista la crescente mole di lavoro in entrata, ha bisogno di allargare il team.

Nel frattempo avete già sviluppato un sistema per snellire lo scambio di quote attraverso un accordo con Directa SIM.

Esatto. CrowdFundMe è diventata la prima piattaforma a lanciare, lo scorso novembre, una campagna che permette di investire in società non quotate usufruendo del Regime Alternativo di intestazione. In sostanza, grazie a questo accordo, evitiamo l’intermediazione di notai e commercialisti.

Quali sono i punti di forza di CrowdFundMe?

Dico il più importante: ci siamo posizionati presso un pubblico retail. Abbiamo così creato un nuovo tipo di investitore in startup e PMI, perché fino al 2016 gli unici protagonisti erano business angel o venture capital. Su CrowdFundMe, oggi, l’investimento medio è pari a 2 mila euro. Ma abbiamo un ventaglio ampio di utenti: l’11% ha versato somme, complessivamente, per centinaia di migliaia di euro.

Che futuro vede per il mercato del crowdfunding?

Secondo molti analisti continuerà a crescere nei prossimi anni. Al di là di questo aspetto, è importante sottolineare che il legislatore sta supportando il finanziamento altrenativo: penso alle detrazioni fiscali che sono state aumentate dal 19% al 30%. E nella legge di Bilancio potrebbero essere inserite novità importanti, come la possibilità, per le piattaforme di crowdfunding, di collocare anche il debito delle società.

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Fonte:http://www.websimaction.it/?p=25110

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