Franchising, retail, business
25/08/2014
Se i romani, quest'anno, non hanno potuto esagerare negli acquisti sotto il periodo di svendite estive, molti di loro, conti alla mano, non si sono fatti comunque scappare l'occasione di un grande affare.
Perché è vero che a essere scontati, fin oltre il 70%, per sei settimane sono stati i costumi, gli abiti estivi, i sandali, ma molti negozianti, per cercare di rialzare i guadagni, hanno gettato l'amo più in là, allestendo nei propri punti vendita dei veri corner con prodotti autunnali e invernali. Si fa quel che si può, contravvenendo anche le regole che, in linea teorica, impongono di svendere abiti, calzature e accessori di stagione sotto il periodo di saldi estivi. Tuttavia, il termometro in queste sei settimane non ha fatto impennare l'asticella del mercurio, al contrario.
La spesa delle famiglie registrata dalle associazioni di commercianti si è allontanata di molto dalle previsioni iniziali dello scorso luglio. Dei 150-180 euro ipotizzati all'inizio, il valore medio degli scontrini non ha superato, nei fatti, gli 86 euro.
Assenti, inoltre, i benefici del bonus di 80 euro, licenziato dal governo Renzi. I romani, quel denaro, l'hanno usato per altro. «Gli incassi per i commercianti - afferma il numero uno della Federmoda Roma, Massimiliano De Toma - per questa stagione di saldi estivi sono diminuiti del 61,4%». «Gli acquisti sono crollati in periferia - prosegue il presidente della Confesercenti, Valter Giammaria - con punte critiche del -30% mentre in Centro i turisti non hanno invertito la rotta: vendite crollate del -15%». L'unico settore che si è tenuto fuori dalla crisi costante dei consumi è stato quello della cosmesi, soprattutto per le donne e con punte del +10% anche per profumi, creme e detergenti da uomo.
Tuttavia le eccezioni non sono mancate e la particolarità è che hanno riguardato prodotti totalmente fuori stagione. Vero che le condizioni climatiche, soprattutto nel mese di luglio, imponevano più maglioncini di cotone che svolazzanti abitini di raso. Ma c'è stata in questa stagione di svendite un'inversione di tendenza: i veri affari che hanno fatto aprire le casse ai negozianti sono arrivati dalla vendita di capi e accessori invernali e non comuni. Dimenticatevi i cappotti acquistati con largo anticipo per aver già pronto qualcosa di nuovo nell'armadio al primo acquazzone autunnale. Scordatevi i piumini o gli stivali di pelle che, comunque, hanno fatto la loro parte, con un aumento, rispetto alla stagione di saldi estivi 2013, rispettivamente del +3% e del +5%.
I CORNER
A tenere banco sono stati gli abiti per Capodanno e quelli per Natale. «Ho venduto diversi capi per le feste d'inverno», spiega Rosalba C., titolare di un negozio in via Ugo Ojetti. «Tra questi, molte ragazze, soprattutto, hanno acquistato abiti per la notte di San Silvestro, il giorno precedente al Ferragosto, spendendo circa 100-120 euro con una riduzione del 60% sul prezzo di cartellino». La signora Rosalba, come molti altri negozianti di Roma, ha allestito un piccolo corner nel suo negozio, con abiti, maglieria, scarpe e accessori invernali. «Prodotti della passata stagione, che avrei dovuto rendere alle aziende e che invece ho pensato di sfruttare, abbassando di molto il prezzo». E i risultati ci sono stati. Così come in via del Corso, in via Tiburtina, a Talenti, in tutti quei punti vendita, slegati dalle grandi catene di distribuzione, che hanno deciso di tirar fuori maglioni di lana, copricapi, sciarpe, stivali e vestiti di paillettes che, in fondo, vanno bene non solo a Capodanno.