Franchising, retail, business
03/10/2014
Il mercato immobiliare italiano continua a sentire gli effetti della crisi. I prezzi delle case, secondo l’ultima rilevazione dell’Istat, dal 2010 hanno subito una contrazione dell’11,2%. Nel secondo trimestre 2014, sulla base delle stime preliminari, l’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie, sia per fini abitativi sia per investimento, è diminuito dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e del 4,8% nei confronti dello stesso periodo del 2013. Le flessioni sono dovute alle diminuzioni dei prezzi sia delle abitazioni esistenti (-0,7% rispetto al primo trimestre 2014, -5,7% rispetto allo stesso trimestre del 2013) sia di quelle nuove (-0,2% su base congiunturale, -2,7% su base annua). In media, nel primo semestre dell’anno in corso, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, i prezzi delle abitazioni franchisingdiminuiscono del 4,9%, sintesi di un calo del 2,8% per quelle nuove e del 5,8% per quelle esistenti.
Le stime preliminari del secondo trimestre 2014 confermano il persistere di un quadro di flessione dei prezzi delle abitazioni. L’IPAB (indice dei prezzi delle abitazioni), infatti, rispetto al 2010 (anno base dell’indice), registra una diminuzione ormai superiore agli undici punti percentuali. Questa è dovuta esclusivamente alle abitazioni esistenti, i cui prezzi, nello stesso periodo, sono scesi del 16,0%, mentre la variazione di quelli delle abitazioni nuove, sebbene prossima allo zero, risulta tuttora lievemente positiva (+0,3%).
I problemi del settore immobiliare, tuttavia, non si fermano alle sole abitazioni. Secondo una rilevazione dell’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa i locali a uso commerciale hanno registrato una contrazione dei prezzi del 3,6% per le soluzioni posizionate in via di passaggio e del 3,9% per quelle posizionate in via non di passaggio. Sul mercato delle locazioni il ribasso è stato rispettivamente del 4,7% e del 5,2%. Su questo segmento di mercato si segnala ancora la domanda da parte degli investitori che mirano a rendimenti lordi che possono andare dall’8% al 10% a seconda della rischiosità dell’investimento.
A sentire meno il peso della crisi sono le attività commerciali legate alla ristorazione. Sempre secondo l’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa, resta prioritaria la domanda di locali commerciali dotati di canna fumaria. A segnare un buon risultato soprattutto Milano, città in attesa dell’Expo, dove la richiesta è in crescita soprattutto nelle zone centrali e in quelle ad alto transito pedonale. Le metratura richieste vanno da un minimo di 50 mq (per attività take-away) fino a 200-300 mq. In crescita anche le aperture di punti vendita della ristorazione in franchising.
A confermare il buon andamento del settore del franchising il “Rapporto Assofranchising Italia 2013”, elaborato da Servizio Studi Assofranchising in collaborazione con l’Osservatorio Permanente sul Franchising. Secondo lo studio, in termini assoluti il settore si conferma tra quelli trainanti con un fatturato di chiusura 2013 pari a 1.985.996.000 euro (+ 5,1% rispetto al 2012), 2.919 punti vendita in franchising, in leggero aumento (+0,2%), e un numero di addetti occupati che nel 2013 ha segnato un +8,4%, raggiungendo quota 27.812. Tra le diverse categorie analizzate si mantengono stabili le gelaterie, le yogurterie, le pasticcerie e i chioschi, mentre risaltano i risultati di pizzerie, caffetterie e ristorazione rapida che complessivamente sono aumentate del +1,7% per quanto riguarda i punti vendita, del +4,3% per il fatturato e del +7,7% per numero di addetti occupati. In aumento anche i franchisor, con un incremento del +9,0%.