Franchising, retail, business
15/12/2014
Tra il 2008 e il 2013 il settore è andato letteralmente in crisi. La Cna di Roma presenta le proposte sulla nuova legge sul commercio
La Cna di Roma presenterà alla giunta regionale la sua “nuova Legge per un Commercio moderno” che andrà in discussione entro settembre.
NUOVA REGOLAMENTAZIONE - La necessità di una nuova regolamentazione della materia nasce dai dati sconfortanti sull’andamento dei piccoli esercizi commerciali, infatti nel quinquennio 2008-2013 la spesa per prodotti non alimentari delle famiglie romane si è ridotta di 979 milioni di euro, passando da 29,7 miliardi di euro a 28,2 miliardi di euro. Per abbigliamento, nello stesso periodo considerato, la spesa si è ridotta del 20%, per un totale di 73,2 milioni di euro, passando da 1,6 miliardi del 2008 a 1,2 miliardi del 2013. Aumentano invece vertiginosamente gli acquisti on line tanto che solo nel 2013 la spesa complessiva dei romani su siti e-commerce italiani è aumentata del 197% rispetto al 2008: da appena 748 milioni di euro del 2008 a 1,4 miliardi del 2013.
I NUMERI - Il calo dei consumi e l’aumento degli acquisti online hanno messo letteralmente in ginocchio il settore tanto che tra il 2008 e il 2013 fra aziende avviate e esercizi chiusi si registra un saldo negativo di 5461 unità di queste le società di capitali che hanno chiuso i battenti sono 1946 società e le restanti sono ditte individuali e società di piccole e medie dimensioni. Tra i punti di forza della legge sul commercio engono indicati i criteri per l’apertura di nuove medie e grandi strutture commerciali e relativo adeguamento degli strumenti urbanistici comunali; la semplificazione amministrativa; la valorizzazione delle attività commerciali di prossimità (Reti di Impresa Territoriali); la valorizzazione e il riconoscimento dei mercati storici; la valorizzazione delle Botteghe Storiche attraverso la predisposizione di un apposito albo; il sostegno alla riqualificazione, allo sviluppo ed alla modernizzazione delle imprese e per l’accesso al credito attraverso l’istituzione di un fondo rotativo; l’ampliamento della superficie degli esercizi di vicinato (da 250 a 400 m); il decentramento delle funzioni a Roma Capitale. Si suggerisce inoltre l’individuazione dei criteri per le nuove assegnazioni che premino la professionalità e la capacità imprenditoriale degli aspiranti. Infine propone la definizione con regolamento degli interventi a sostegno e le risorse da destinare ai Comuni e in particolare a Roma Capitale.
RETI D’IMPRESA - L’approccio che propone l’associazione degli artigiani e dei piccoli commerciati è legato ai territori e orientato alle reti d’impresa. Inoltre dall’ultimo piano regionale sul commercio sono passati 15 anni mentre il mondo sta cambiando con le nuove tecnologie ed è profondamente colpito dalla crisi dei consumi. Un’altra considerazione sta nel fatto che gli 80 euro del cuneo fiscale attribuiti alle buste paga non hanno dato la tanto attesa boccata d’ossigeno ai consumi, né li hanno favoriti le grandi cubature e i centri commerciali.
Fonte:http://www.cinquequotidiano.it/politica/regione-lazio/2014/07/25/regione-lazio-chiusi-roma-5000-esercizi-commerciali/