Franchising, retail, business
18/12/2014
Gli anglosassoni dicono che per trovare i finanziamenti necessari ad avviare una startup o realizzare un nuovo progetto sono necessarie “le 3 F”: Family, Friends and Fools (famiglia, amici e pazzi). Tutte e tre queste categorie (in particolar modo, ovviamente, la terza) sono oggi raggiungibili anche grazie al crowdfunding, un metodo di raccolta fondi “dal basso” che sfrutta le potenzialità della Rete e dei social network per proporre un’idea a una platea di persone un tempo difficilmente raggiungibile, ma che potrebbe essere interessata a dare il proprio contributo (in genere contenuto, perché qui è l’unione che fa la forza) per la sua realizzazione. In cambio, nella maggior parte dei casi, viene offerta una ricompensa adeguata all’entità del supporto, che può andare, per fare degli esempi legati a due dei campi artistici che maggiormente ricorrono a questo genere di finanziamento, dal dvd del film che si è contribuito a realizzare, a un concerto privato di una band di cui si è sostenuto l’esordio.
Inizialmente guardato con diffidenza, oggi non mancano gli esempi di successo, dai piccoli documentari indipendenti che hanno raccolto qualche migliaio di euro per la distribuzione, a film che hanno conquistato addirittura il prestigioso Sundance Film Festival fino all’ultimo album di Amanda Palmer, cantante dei Dresden Dolls, che ha raccolto la bellezza di un milione di dollari direttamente tra i suoi fan per realizzare il suo lavoro solista “Theatre is evil”, che ha poi debuttato al decimo posto della classifica statunitense Billboard 200.
Le piattaforme per proporre il proprio progetto e lanciare una campagna di crowdfunding sono molte, ognuna con le sue regole e il suo target ma sostanzialemte tutte abbastanza simili tra loro nel meccanismo di base. Per chi voglia intraprendere quest’avventura, è di fondamentale importanza studiare le regole, la diffusione, la percentuale che può essere trattenuta dai fondi raccolti oppure la gratuità del servizio, i tipi di progetti che hanno avuto successo e la comunità di utenti che seguono ognuna di queste diverse piattaforme, per scegliere la più adatta alla propria idea. Infatti, presentare un progetto su più piattaforme è in genere controproducente perché si disperdono energie e finanziatori. Il meccanismo di base del crowdfunding è tanto semplice quanto, spesso, efficace: si parte dalla presentazione del progetto, che dev’essere immediata, chiara e accattivante, per proseguire in un lavoro possibilmente quotidiano di condivisione e contatti, attraverso ogni mezzo di comunicazione, ma in particolar modo la Rete e i social network, per accrescere il numero di persone raggiunte. Può essere molto utile a questo scopo creare ad esempio un blog dedicato, con materiale nuovo da condividere ogni giorno, nella speranza che amici e follower facciano altrettanto. Naturalmente, a monte, bisogna stabilire l’obiettivo economico della campagna, la sua durata, le ricompense per i finanziatori (che varieranno a seconda della fantasia degli autori e delle quote investite dai sostenitori) e la piattaforma da utilizzare, tenendo ben presente che la maggior parte di quelle più diffuse sposano la regola del “full or nothing”, cioè si ottengono i soldi solo se viene raggiunta la cifra totale richiesta, a parziale tutela degli investitori.
Vediamo quindi alcune delle piattaforme più diffuse di crowdfunding.
La prima e probabilmente ancora la più importante è l’americana Kickstarter, principalmente dedicata a progetti creativi di tipo artistico o tecnologico. Non ha bisogno di molte presentazioni e i suoi numeri e i successi che sono passati attraverso questa piattaforma parlano da soli (85.284 progetti presentati con il 43,56% di successi per una cifra complessiva di 409 milioni di dollari raccolti).
Analoghi italiani di Kickstarter possono essere considerati: Kapipal, fondata da Alberto Falossi, che ha anche stilato un manifesto in cui riassume i principi di base del crowdfunding, la veterana Produzioni dal basso, anch’essa “specializzata” in produzioni che potremmo definire artistiche, dai film agli spettacoli teatrale ai libri, Starteed, che prevede anche un meccanismo per partecipare eventualmente agli utili del progetto finanziato, Ulule, attraverso la quale è possibile sottoporre ogni genere di progetto e Music Raiser, dedicata invece esclusivamente alla musica. Stesso campo d’azione di quest’ultimo è affrontato da Slice the pie, attraverso la quale si può proporre il proprio brano e cercare finanziamenti per realizzare l’intero album.
Un’altra piattaforma internazionale molto diffusa è IndieGoGo, che non prevede il meccanismo “all or nothing”, ma permette di “accontentarsi” della cifra che si è riusciti a raccogliere.
GrowVC è invece dedicata alle startup, nella speranza di poter scovare e supportare “the next big thing”.
Per i giornalisti e per finanziare inchieste e reportage del tutto indipendenti (argomento che in Italia dovrebbe essere particolarmente sentito) è invece nato Spot.us, il cui analogo italiano è YouCapital. Entrambi i siti offrono una speranza a chi rifugge dai grandi media tradizionali.
Al di là delle Alpi, i cugini francesi hanno invece creato My Show Must Go On dedicato a tutte le diverse manifestazioni del meraviglioso mondo dello spettacolo.
Fonte:http://abceconomics.com/2014/12/18/avviare-un-progetto-o-unattivita-attraverso-il-crowdfunding/