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13/02/2015
«Stra-or-di-na-ria». Un coro di consensi accompagna il debutto del Brunello 2010. Dal 20 al 23 febbraio per scoprire questo vino (venduto solo a 5 anni dalla vendemmia) arriveranno a Montalcino in tremila: critici, importatori, ristoratori. Alcuni hanno anticipato il tour degustativo tra le etichette delle 135 aziende che partecipano all’evento «Benvenuto Brunello».
Monica Larner, braccio italiano di Wine Advocate dell’americano Robert Parker ha assegnato per la prima volta a due Brunello altrettanti 100, il massimo. «L’annata 2010 — spiega — valorizza il Sangiovese (sia nello stile “moderno” sia “tradizionale”) dopo i tanti dubbi nel 2008 con Brunellopoli. Una svolta nella storia del Brunello». Cento punti anche secondo James Suckling (ex Wine Spectator, ora in proprio) che premia il Brunello di Siro Pacenti definendolo «perfetto, un punto di riferimento per il nuovo stile». Suckling ha dato cinque punteggi massimi: tra questi alcuni piccoli produttori.
Il sommelier mondiale Luca Gardini parla di una annata di «espansione ed estensione. Il clima ha garantito una maturazione corretta, la qualità media dei vini è elevata. Profondità, pulizia, finezza associati a una vena acida elegante garantiscono uno sviluppo del vino nei prossimi 30 anni. I migliori: su tutti il Tenuta Nuova di Casanova di Neri, potente ed elegante. Poi Tenuta Le Potazzine, Ciacci Piccolomini d’Aragona (Pian Rosso) e il Madonna delle Grazie di Marroneto».
I favoriti di Kerin O’Keefe (italian editor di Wine Enthusiast e autrice del libro Brunello di Montalcino – Understanding and appreciating one of Italy’s greatest wines), sono il Madonna delle Grazie di Marroneto e il Costanti, «entrambi espressioni classiche: grande struttura, eleganza, intensità, complessità ed un equilibrio perfetto. Già godibili ma con una struttura che permetterà di evolvere e migliorare per molti anni. L’annata 2010 è sicuramente una delle migliori vendemmie dell’ultima decade a Montalcino. Ho trovato dei vini eccezionali, altri non all’altezza anche se la qualità media è molto alta».
Walter Speller, l’esperto per l’Italia della master of wine Jancis Robinson, punta sui Brunello 2010 di Biondi Santi («ricorda la Borgogna, preciso e perfettissimo, davvero lucente e fine. Speriamo che Jacopo continui a produrre con questo stile classico riflettendo il terroir») e il Vigna Soccorso di Tiezzi («intenso, fine, fluido con un duro nucleo dei tannini. Onesto e con acidità energetica. Davvero autentico»). Speller sintetizza così l’annata: «i grandi vini sono diventati eccezionali, i buoni trasformati in grandi ed i mediocri in buoni. Una lente d’ingrandimento ha evidenziato le zone più straordinarie, un fatto che Montalcino ha grande difficoltà di accettare».
Christy Canterbury, master of wine che scrive anche su Decanter, definisce il 2010 una «annata da svenimento per il Brunello». Punta su Col di Lamo («sensuale»), Caparzo («una rappresentazione completa»), Canalicchio di Sopra («soave e delicato»), Val di Suga («sexy»), Talenti («ha una lunga strada davanti a sé»).
Con questi giudizi Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del Brunello, è raggiante: «Il tour negli Stati Uniti è stato un successo, c’è una richiesta enorme, sono pronte già 6,2 milioni di bottiglie su un totale di 9 milioni, questa è un’annata che non dimenticheremo».
Fonte:http://divini.corriere.it/2015/02/13/brunello-di-montalcino-i-13-della-super-annata/