Franchising, retail, business
26/03/2015
Primavera: è il periodo dell’anno maggiormente dedicato alle grandi fiere enologiche, ve ne siete accorti? Vinitaly, naturalmente, su tutte – l’edizione appena finita ha confermato numeri da capogiro – ma anche e soprattutto fiere più piccole e davvero interessanti, come Vini Veri a Cerea (Verona) a cui abbiamo partecipato con grande interesse e dalla quale abbiamo preso spunto per questo articolo.
Da qui alla fine dell’anno si prevede una pioggia di degustazioni, incontri con i viticoltori e manifestazioni eccellenti di vini convenzionali e non, se ci fosse bisogno di qualche ragione per convincervi a frequentarle, eccone sei:
1-Perdersi nelle stradine e aspettarsi di far colazione con Don Camillo. D’accordo, non siamo esattamente nella bassa emiliana, ma per evitare il traffico diretto al Vinitaly si passano paesini intatti, sospesi tra la crisi del nuovo secolo e le abitudini della vecchia guardia. Caffè e cornetto irrinunciabili per cominciare la giornata, tipo il bar della Sara a Quistello (via Cantone, 6).
2-Assaggiare sottobanco i salumi dei produttori. Tutto il giorno a sciacquettare bicchieri e rigirare calici, già verso la mezza non ci vedo più dalla fame: ottimo il pane in aiuto a ogni tavolo, ma il salame della signora Boccella, appena tagliato e servito con il pane di lievito madre fatto da lei e con un sorso del suo Taurasi DOCG, mi fanno dimenticare per un momento la giornata nuvolosa e godere di un aperitivo e chiacchiere come si deve.
3-Trovare posto per dormire al prossimo Collisioni a Barolo. Va bene il vino, ma non limitiamoci. Altrimenti non si noterebbe la bella produzione di conserve e succhi di Casa Matilda a Dogliani: oltre alla marmellata, trovo il mio B&B per Collisioni, il festival di musica e letteratura che si nasconde nella piccola Barolo a luglio. Quando si dice due piccioni con una fava.
4-Rivalutare le lezioni di chimica del liceo per merito di una etichetta. Oltre al succo, anche la forma: l’Associazione Vini Veri, che da 12 anni organizza la fiera di Cerea, torna a parlare di etichettatura del vino, di chimica in vigna e in cantina e di rispetto del consumatore. Si affianca anche la Federconsumatori e per una volta ringrazio la prof. di chimica perché so cosa siano l’acido citrico, l’acido lattico e l’anidride solforosa. Se fosse scritto sull’etichetta di un vino, vi incuriosireste anche voi.
5-Riconoscere che la famiglia è sempre la famiglia. Si dice sempre che le nostre imprese siano troppo a conduzione familiare, ma noi italiani mammoni lo siamo per tacito accordo, i vignaioli poi lo sono anche per necessità. Si raccontano tante storie di famiglia nel mondo del vino, ma nessuna riesce a descrivere gli sguardi orgogliosi di padri che ascoltano i propri ragazzi raccontare dell’ultima vendemmia, o le urla dei piccoli che giocano nel cortile mentre il papà mesce l’ultima bottiglia.
6-Perdere la cognizione del bianco e del rosso. Si dovrebbe cominciare a degustare dai bianchi, poi i rosati e infine i rossi. Ma se capiterete a Cerea il prossimo anno, assaggerete dei macerati friulani e sloveni armati di tannini affilati, e rossi eterei dalla beva rapida e schietta, troverete acidità irsute e profumi non esattamente scontati, prove di botte che ancora non trovano pace nel bicchiere e bottiglie dalle tante annate sulle spalle che scorrono lievi sul palato. Troverete del vino buono, molto buono, e non vi interesserà tanto sapere se sia rosso o bianco.
Fonte:http://www.agrodolce.it/2015/03/26/6-motivi-per-andare-a-una-fiera-del-vino/