Franchising, retail, business
28/03/2015
Da un'analisi di Confcommercio emerge come i turisti in Italia aumentino, ma spendono meno rispetto a Spagna e Francia: "Imitando il modello iberico si potrebbe recuperare un punto di Pil, ma bisogno spingere sul Sud".
Dal 2008 al 2014 gli arrivi dei turisti stranieri in Italia sono aumentati del 19% passando da 42 a 50 milioni, ma la spesa media dei visitatori è calata da 744 euro a 681. In media, spendono molto meno che in Spagna e Francia. Lo rivela un'analisi di Confturismo.
In Spagna, infatti, non arrivano molti più stranieri che in Italia. Si tratta di 50,8 milioni di persone che però si fermano più a lungo. E con una spesa ben diversa. La media del soggiorno in Spagna è di 5,14 giorni contro i 3,7 del nostro Paese. E la spesa media è di 959 euro contri i 681 italiani. Questo significa che se si fermassero in Italia come in Spagna e spendessero altrettanto ci sarebbe un introito di 14 miliardi in più, un intero punto di Pil. Madrid incassa, infatti, 49 miliardi di euro dal turismo straniero, contro i 34 di Roma.
Ancora migliore la performance francese: i visitatori stranieri sono 'solo' 46 milioni, ma con una spesa media di 914 euro a testa portano alle casse di Parigi 42 miliardi di euro. Il modello francese - con un turismo qualificato che si concentra in Costa Azzurra e a Parigi - non è replicabile in Italia, diverso quello della Spagna che è più segmentato con costa, isole, e città.
Secondo Confturismo, un obiettivo medio realizzabile è quello di aumentare il periodo medio di visita a 4,4 giorni (che tradotto in soldi significherebbe 6,9 miliardi in più), ma "non si realizza con la bacchetta magica": bisogna puntare su tutta l'offerta turistica italiana, sfruttando appieno, ad esempio, le possibilità di crescita del Sud. Solo il 12% degli stranieri, infatti, visita il Mezzogiorno. E per migliorare la situazione basterebbe semplificare e mettere a sistema i servizi che ci sono.
Le proposte di Confturismo Confcommercio vanno dalla definizione di una governance che metta fine alla diatriba tra Stato e Regioni, al finanziamento necessario "per consentire all'Agenzia Nazionale del Turismo Enit di svolgere a pieno titolo l'attività di promozione ad essa demandata". Una 'cabina di regia' per i provvedimenti presi nel nostro Paese, senza dimenticare una maggiore attenzione per i provvedimenti europei e le conseguenze che possono avere per il settore in Italia dato che la è stata "a dir poco 'distratta' l'azione dei rappresentanti italiani presso l'Unione Europea".
Fonte:http://www.repubblica.it/economia/2015/03/28/news/confcommerio_turismo-110678917/?ref=twhr&utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter