Franchising, retail, business
26/04/2015
Braccio di ferro tra Auchan e sindacati a meno di due settimane dallo sciopero nazionale proclamato contro il recesso dell’azienda dal contratto integrativo e, in generale, dalla strategia di Auchan che vorrebbe ridefinire un quadro che coinvolge salari, occupati e organizzazione. Il motivo è una crisi durissima che neanche i primi segnali di ripresa delle vendite di inizio anno forniscono certezze. I sindacati sostengono che la catena francese vorrebbe tagliare di 50 milioni l’anno il costo del lavoro.
In effetti le due catene francesi Carrefour e Auchan sono quelle che, dall’inizio della crisi, hanno patito di più, con fatturato in forte discesa e rosso in bilancio. Ma anche altre catene, come Coop, Billa e Lombardini, hanno dovuto procedere a ristrutturazioni o addirittura cedere l’attività.
Nello specifico il gruppo Auchan-Sma dal 2009 al 2013 ha perso circa l’8% del fatturato e il margine (mon/fatturato) già negativo nel 2011 ha continuato ad appesantirsi.
Secondo i sindacati Auchan vorrebbe rimettere in discussione centinaia di posti di lavoro (qualcuno sussurra un migliaio su 14mila): dura la reazione del coordinamento nazionale di Filcams-Fisascat e eUiltucs con un primo sciopero in calendario per il 9 maggio oltre che un pacchetto di ulteriori 8 ore di sciopero da utilizzarsi a livello di unità produttiva o territorialmente.
Il sindacato, in un comunicato, “stigmatizza il grave atto unilaterale compiuto dall’azienda con il recesso dal contratto integrativo aziendale, da tutti gli accordi ad esso collegati, nonché dalle prassi e consuetudini in atto comunicato in data 20 marzo 2015 ed esprime vivissima preoccupazione in ordine alle ricorrenti dichiarazioni dell’azienda relative all’apertura di una procedura di licenziamento collettivo sull’intero perimetro aziendale che potrebbe coinvolgere diverse centinaia di lavoratori”.
Il Coordinamento ribadisce “la disponibilità a suo tempo manifestata di affrontare la situazione di difficoltà in cui da anni versa l’azienda a causa della generale situazione di crisi che attraversa il Paese, ma anche a causa delle politiche commerciali e di sviluppo azzardate perseguite dall’azienda nell’ultimo decennio, che hanno sempre più mostrato la corda contribuendo pesantemente al peggioramento dell’andamento aziendale”.
Il sindacato si dice disponibile ad affrontare con senso di responsabilità i problemi dell’impresa, ma “ciò deve però avvenire nel rispetto degli interessi e dei diritti dei lavoratori, non scaricando unicamente su di essi il peso di una ristrutturazione selvaggia che ha già portato alla cessione di due ipermercati e che vorrebbe ridurre in misura iniqua e squilibrata il costo del lavoro di circa 50 milioni di euro l’anno”.
Fonte:http://emanuelescarci.blog.ilsole24ore.com/2015/04/26/sindacati-sul-piede-di-guerra-auchan-vuole-tagliare-di-50-milioni-il-costo-del-lavoro/