Franchising, retail, business



 

La sfida del fast food, Porca Vacca cresce e diventa un brand

01porca vacca

02/06/2015
Il locale grossetano mette radici anche a Viterbo e Livorno, e ora punta a sbarcare nel resto d’Italia. Decine di assunzioni

GROSSETO. In principio fu Grosseto, poi è arrivato Viterbo e a breve (forse a fine agosto) toccherà a Livorno.
Il Porca Vacca, fast food made in Maremma nato e cresciuto a Grosseto, si allarga e dalla prima timida esperienza (poi consolidata) conquista alto Lazio e terra labronica offrendo posti di lavoro anche fuori Grosseto: 20 a Viterbo, 30 che si affacciano all’orizzonte di Livorno e altri 20 nel capoluogo maremmano. In tutto 70 di cui la maggior parte sono contratti a tempo indeterminato. Così il “Porca Vacca” si appresta a diventare un marchio pronto a sbarcare nel resto d’Italia. In due parole una catena.
Gli imprenditori che l’hanno ideato spiegano di non avere alcuna intenzione di competere e guerreggiare coi colossi della grande ristorazione statunitense. Sta di fatto che, proprio dalla lillipuziana piazza grossetana, la sfida è lanciata e si candida a diventare un format d’esportazione basato sulla filosofia di una “sagra” permanente. Suo prodotto di punta è l’hamburger di derivazione statunitense. Condito però in salsa maremmana.
Angelo Perla, 40 anni originario di Milano ma trapiantato in provincia di Grosseto dov’è stato direttore di Euronics, un paio d’anni fa ha fondato la società Porca Vacca srl con Michele Barracu, 35 anni di Grosseto. Insieme, Angelo e Michele hanno preso in affitto i locali della ex Rotaia in via Siria dall’imprenditore Pellegrini. L’anno scorso sono entrati in società con loro altri tre componenti della scena imprenditoriale maremmana (e italiana): i fratelli Alessandro, Matteo e Barbara Croci (ex Gardenia).
Con loro il format si sta espandendo, il numero dei locali aperti cresce: si punta a sviluppare il brand. Per ora dalla Toscana al Lazio. Ma l’occhio è strizzato alle Marche, Umbria e al nord Italia.
Tutto ciò in un momento in cui ha appena messo radici a Grosseto il Burger King, catena internazionale del fast food, che pare viaggi a tutta birra. «Doopo che anni fa abbiamo fondato il nostro locale a Grosseto - ci spiega Perla - non ci aspettavamo un ritorno tanto elevato da permetterci un’espansione altrettanto rapida, ma è andata esattamente così». Solo per fare qualche numero: in via Siria siedono nel locale 600 persone al giorno. E così l’impresa prosegue. Viaggia bene oermettendo investimenti importanti. «Ad aprile - spiega Angelo Perla - abbiamo aperto un Porca Vacca a Viterbo»: 850 metri quadrati, arredo da archeologia industriale e la stessa filosofia del fast food grossetano. Ordini alla cassa, ti accomodi e aspetti (pochi minuti) per ritirare un panino, una tagliata, una bistecca, una caesar salad o un chili galletto. I posti a sedere sono 250, anche qui non si prenota perché trovare posto è semplice.
Infine entro la fine dell’estate a Livorno (Porta a Mare) è in arrivo il terzo Porca Vacca: 450 posti e una trentina di assunzioni in arrivo. In tutti e tre i casi un piatto ricchissimo per città in deflazione da tempo.
Nessuna sfida plateale alle multinazionali dell’hamburger - chiarisce Perla - Tuttavia «ci sembrava abbastanza imbarazzante che la ristorazione veloce italiana fosse solo in mano ai colossi americani. Si parla solo di Burger King e Mac Donald quando in italia il concetto di sagra e convivialità sono sempre esistiti: non vedevamo il motivo che un certo tipo di alimentazione fosse appannaggio esclusivo degli americani. Non vogliamo dare noia, anzi abbiamo molto rispetto del lavoro di loro che tra l’altro anche a livello di marketing e comunicazione possono solo insegnarci il mestiere. Sono i nostri maestri nel vendere e presentare i prodotti, ma poi sono più distanti dal palato degli italiani proprio perché impiegano gusti solo e tipicamente americani.
Noi cerchiamo di vendere prodotti di moda italianizzandoli e maremmanizzandoli e rendendoli vicini alle nostre abitudini alimentari: la cultura della griglia, della sagra e della scampagnata dove risparmiare sui servizi consente di mantenere prezzi popolari».

Fonte:http://iltirreno.gelocal.it/grosseto/cronaca/2015/06/01/news/la-sfida-del-fast-food-porca-vacca-cresce-e-diventa-un-brand-1.11537198?ref=fbftipr

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