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Sud Italia: la pizza napoletana sulle quattro ruote nel cuore di Londra

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17/06/2015
Questi due ragazzi ultimamente stanno facendo parlare molto di loro. Metti un furgoncino, il mercato di Spitalfields e la pizza e capirete subito perché.
Sud Italia è il nome nuovo dello street food italiano a Londra.

Quello che ci piace tanto, quello che va in giro con carretti e furgoncini (vi ricordate, un po’ di tempo fa, la polenta sull’Ape Piaggio?). Ma soprattutto, qua si parla di pizza! E, se avete letto la mia biografia in calce, da bravo napoletano non potevo non andare a conoscere le due menti dietro a questo brillante e delizioso progetto. E assaggiare di persona.
Bruno, 35 anni, è un pizzaiolo calabrese con una laura in architettura che a Londra ha già aperto un paio di pizzerie. Silvestro, 25, è nato a Pescara ma da genitori napoletani, con un’istruzione alberghiera e una famiglia di commercianti alle spalle. Entrambi sono a Londra da molti anni ormai. Si conoscono nella pizzeria all’interno di un club di Earl’s Court, dove lavorano assieme. Dopo un paio di esperienze separate, decidono di mettersi insieme per fondare questo progetto: girare per Londra su un furgoncino e fare gustare a tutti la vera pizza napoletana.
Ora, fortunatamente, di pizzerie buone a Londra ce ne sono. E i ragazzi ne sono consapevoli, per questo loro hanno voluto sfornare un prodotto diverso, e cioè la celeberrima pizza a portafoglio. Anche in questo, però, non sarebbero i primi arrivati. Già in passato l’inglese Pizza Pilgrims si era fatta un nome in questo modo, prima di aprire la sua pizzeria a Soho. Mentre la spagnola Fundi divide lo stesso territorio di Spitalfields con il loro furgone. Ma allora qual è la novità di questi ragazzi oltre al fatto, naturalmente, che sono italiani?
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L’elemento principale è che il furgone è una vera e propria pizzeria ambulante. E lo è dall’inizio alla fine: i ragazzi qui conservano gli ingredienti, preparano l’impasto, infornano le pizze e le vendono. Tutto in uno spazio di 3 m x 1.60 m. A differenza della concorrenza, che invece ha dei locali dove poter lavorare con l’impastatrice e delle grandi celle frigorigere, Silvestro e Bruno non si muovono dal loro furgone.
Un furgone che hanno acquistato in Francia, un vecchio Citroën H Van del ’74. “Ma” – ci tiene a sottolineare Silvestro – “il suo designer, Flaminio Bertoni, era italiano”. E quindi le impronte di casa nostra sono dappertutto. Il furgone è stato ri-omologato per la circolazione, ed è stato ristrutturato come una mini pizzeria, forno a legna compreso.
All’inizio della loro avventura, che risale al novembre 2014, Bruno e Silvestro erano on the road. Dopo un poco, però, è subentrata una regolamentazione del posto, la low emission charge, che imponeva ai ragazzi di pagare £100 per ogni giorno che uscivano. E così che è nata l’esigenza di diventare stanziali, e il furgone di Sud Italia ha trovato la sua sede permanente negli spazi dell’Old Spitalfields Market.
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Sono andato a trovarli e, oltre che ad assaggiare la loro pizza, ho avuto modo di dare un occhio agli ingredienti, che arrivano freschi dall’Italia due volte a settimana. La mozzarella, rigorosamente di bufala è del casertano. E questo è un altro elemento di distinzione: la pizza di Sud Italia è realizzata esclusivamente con la bufala, che non è un ingrediente aggiuntivo da pagare oro come in molte pizzerie. È inoltre realizzata con caglio vegetale, quindi adatta per i vegetariani.
Il verdetto? 10 e lode. Nonostante il formato a portafoglio, i pizzaioli non lesinano sugli ingredienti, e il prodotto finale è equiparabile a una pizza vera e propria, solo di dimensioni minori. Il cornicione è spesso e soffice, e l’impasto delicato e leggero. La bufala si scioglie alla perfezione sprigionando il latte, che si mischia sagacemente con l’olio e il sugo di pomodoro. L’aspetto è da acquolina in bocca, il sapore è ricco, tanto che una pizza potrebbe anche soddisfarvi. Ma non vi basterà, perché vorrete subito assaggiarne un’altra del loro menù. Io ne ho provate 4 su 5: dopo l’eccellente margherita, quella che mi sento di raccomandare subito è quella con il pesto rosso di Sicilia (che è infatti stata la prima ad andare sold out).
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Ottenere risultati di questo livello in un contesto del genere è notevole. Non mi riferisco solo al fatto che la pizza di Sud Italia viene realizzata dall’impasto al prodotto sfornato in uno spazio così ristretto. Bruno stesso mi spiega che “è molto difficile fornire sempre un prodotto di ottima qualità, considerati i continui cambiamenti del tempo atmosferico londinese”. Temperatura e umidità quindi sono fattori da prendere in considerazione ogni volta che si lavora sull’impasto, e l’antica arte della pizza diventa quasi una scienza a Londra.
Ma impegno, costanza e soprattutto passione ripagano i sacrifici, e il prodotto finale parla da sé. Il furgone è preso d’assalto ogni giorno, e dopo soli due mesi di presenza stabile a Spitalfield i ragazzi hanno già una clientela affezionata, composta soprattutto dai napoletani che abitano nella zona. Ma non sono i soli: la voce si è sparsa e il nome di Sud Italia è apparso su numerosi siti e giornali. Non c’è giorno che l’impasto non vada esaurito, soprattutto la domenica, giorno di picco del mercato.
Ora i ragazzi si godono il meritato successo, ma per il futuro? “La soddisfazione è tanta, ma il sogno è quello di avere almeno dieci furgoncini come questo in giro per Londra” mi dice Silvestro. E aprire una pizzeria? “Per ora lavoriamo sodo su quello che abbiamo” mi risponde più cauto Bruno.
Io do ai ragazzi di Sud Italia il mio migliore in bocca al lupo, e li inserisco nella mia personalissima lista delle migliori pizzerie di Londra.

Fonte:http://www.londradavivere.com/tempo-libero/ristoranti/sud-italia-la-pizza-napoletana-sulle-quattro-ruote/

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