Franchising, retail, business
29/06/2015
Ogni anno l'Associazione Italian Business Angels Network (IBAN) pubblica un'indagine con lo scopo di registrare l'entità dell'angel investing in Italia. Indagine a ui partecipano i soci individuali e gli appartenenti al network, oltre a quelle che vengono definite “terze parti”, ovvero club di investitori, enti, istituzioni, incubatori, acceleratori e altri attori dell'ecosistema delle startup.
La supervisione è stata affidata al professor Vincenzo Capizzi, SDA Bocconi e membro del Consiglio Direttivo IBAN (con delega alla ricerca). I dati fanno riferimento al 2014, il campione è di 279 business angel e 135 operazioni.
Il profilo del business angel e cosa valuta per investire
Il business angel tipo è un uomo del Nord Italia, ha tra i 30 e i 50 anni ed è affiliato ad un network di investitori. Ha una laurea e ha coperto una posizione manageriale, dispone di un capitale che non supera i 2milioni di euro e destina agli investimenti circa il 10% del proprio patrimonio.
I criteri che considera al momento di investire in un progetto sono il potenziale di crescita (33%), il team (22%), le caratteristiche del prodotto (16%). Il ricavo atteso è il sesto parametro in ordine di importanza, considerato come primario solo in 6 casi su 100. Questo non perché i business angel non tengano al profitto, bensì perché nei business plan le voci relative agli utili sono poco attendibili.
Gli investimenti
Nel 2014 i business angel italiani hanno investito 46milioni di euro, cifra più alta del 45% rispetto al 2013. Per evidenziare questo dato è utile pensare che l'ammontare degli investimenti ha superato il milione di euro per la prima volta nel 2004 (1,5milioni).
Sono stati censiti 135 investimenti (141 considerando i co-investimenti). L'acquisto di quote aziendali (equity) è stato applicato in 6 casi su 10, nel 37% dei casi si è trattato di finanziamento ai soci e nel 3% di garanzie bancarie.
Gli investimenti inferiori ai 100mila euro sono il 45%, mentre quelli superiori ai 300mila euro sono stati il 29%, numero che assume un significato particolare considerando che nel 2013 erano l'11%. Segno che il mercato delle startup sta maturando e, con esso, anche la qualità e l'ambizione dei progetti imprenditoriali.
I settori privilegiati sono l'ICT, il terziario avanzato oltre al commercio e alla distribuzione.
I posti di lavoro creati
Sono stati creati 183 posti di lavoro, 72 dei quali nell'ICT e 28 nel comparto ecologia e mobilità sostenibile. Il 56% dei 183 impieghi sono stati creati al Centro, il 37% al Nord, il 3% al Sud e il 4% all'estero
Fonte:http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2015-06-29/nel-2014-business-angel-italiani-hanno-investito-46milioni-euro-070603.shtml?uuid=ACY3GZI