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09/07/2015
Il 2015 è stato l'anno della sua definitiva consacrazione. Eppure Stephen Curry non ha avuto un inizio di carriera dei più facili: escluso dalle franchigie di maggiore spessore sin dal college per il suo fisico giudicato troppo esile per un playmaker, ha dovuto faticare per trovare spazio e successo. Un successo che, però, nell'ultimo anno lo ha portato all'anello della NBA e, soprattutto, al premio di MVP della stagione con una media gara di 23.8 punti e 7.7 assist, con il 44% nel tiro da tre.
Numeri da hall of fame del basket a stelle e strisce.
L'inizio, lo dicevamo, non è stato dei più facili: così nella stagione 2011-2012, a causa di una lesione alla caviglia prima e una ai legamenti dopo, Curry è riuscito a partecipare solo a 26 partite su 66, chiudendo una annata passata in borghese più che con la divisa di Golden State. Curry tuttavia non si è tirato indietro perché, per il giocatore nato ad Akron, "tutto accade per un motivo" e soprattutto "tutto ha una storia, e bisogna prendersi del tempo per capire qual è il proprio sogno e cosa si vuole davvero nella vita". E nel suo percorso di crescita, il numero 30 dei Warriors è stato aiutato e sostenuto anche dalla fede trasmessagli dalla madre: "Mi colpisco il petto e punto al cielo. Questo simboleggia il fatto che ho un cuore per Dio. È una cosa che abbiamo trovato con mia madre quando ero all'università”.
Così il ragazzo di Akron è divenuto leader dei Warriors, guida di una squadra capace di chiudere le finali superando i Cleveland Cavaliers - del suo concittadino LeBron James - sul risultato di 4 a 2. Perché per Curry, che ha l’abitudine di scrivere dei versi della Bibbia sulle sue scarpe, "non importa da dove vieni o quello che hai o non hai fatto, quello che ti manca o quello che invece hai in abbondanza: tutto ciò di cui hai bisogno è la fede in Dio, una passione inesauribile per ciò che fai e per ciò che hai scelto di fare in questa vita e, infine, una volontà incrollabile per raggiungere il successo in qualunque cosa tu voglia".
Fonte:http://www.italpress.com/sport-e-chiesa/stephen-curry-il-migliore-della-nba-e-guerriero-di-dio