Franchising, retail, business
05/08/2015
Esiste una tipologia di crowdfunding definite “donation based” utilizzata per lo più dalle organizzazioni no profit e da individui desiderosi di migliorare la propria vita. Le cause promosse sono di tipo filantropico, ambientale, sociale. Nel caso di individui, negli Stati Uniti sono frequenti le campagne promosse da persone affette da patologie gravi ottenere per la copertura dei costi sanitari e di medicine, per promuovere la ricerca scientifica oppure campagne promosse da student in cerca di supporto per le tasse scolastiche.
Senza esprimere giudizio perché non c’è una causa migliore o peggiore di un’altra, quello che posso dire, e mi rendo conto di essere ripetitiva, è che per ottenere il massimo risultato, la strategia a monte della campagna è l’elemento chiave che ne determina il successo o l’insuccesso.
1 – Ti racconto la mia storia.
In Italia il termine storytelling è molto di moda soprattutto fra noi esperti di comunicazione. Di che cosa si tratta? Semplice e immediato. Il termine storytelling sta a indicare la narrazione che necessariamente deve essere fatta per illustrare la causa al pubblico di potenziali donatori. Per farmi meglio comprendere, uno “storytelling” famoso e che tutti noi italiani ben conosciamo è quello creato per Barilla con un testimonial di eccellenza, Antonio Banderas. Il “mondo MulinoBianco” viene narrato allo spettatore rendendo il prodotto ( e il brand) comprensibile, divertente e, soprattutto, alla portata di tutti. Ecco, è l’elemento “umano” quello che deve essere il punto di partenza di una narrazione efficace. A livello tecnico, quando crea la narrazione, le domande che il creatore del progetto deve porsi sono:
• 1 – perché la mia causa è interessante?
• 2 – come posso coinvolgere emotivamente le altre persone?
• 3 – dove andranno i soldi delle donazioni e come ho intenzione di spenderli?
Tutto questo, comunicato con leggerezza, simpatia e allegria è certamente un punto di forza che aiuta ad ottenere risultati tangibili.
2 Costruire una forte rete di relazioni
Ringraziare. Sembra una cosa banale ma dire grazie a chi ha donato e mostrare il proprio appezzamento per l’aiuto ricevuto innesca un movimento virtuoso di condivisione fra chi ha già donato che, se opportunamente sollecitato, può intervenire per stimolare i suoi contatti personali ed amici alla donazione del progetto. Questo è molto virale ma anche molto umano. Si basa tutto sulla comunicazione che nel corso della campagna non deve mai venire a mancare e che, se ben costruita, può veramente diventare l’inizio di una relazione che nel tempo può crescere e consolidarsi. Chi ha donato una volta se è soddisfatto presumibilmente tornerà a farlo anche una seconda e una terza volta. Un altro tip da considerare è quello di costruire una rete di aiuto volontario. Molte persone, soprattutto se la causa è umanitaria, possono essere felici di dare una mano gratuitamente ognuno per la sua competenza. Perché non approfittarne?
3 Aumentare il livello di importanza
Il “personal crowdfunding” può raggiungere risultati significativi se la campagna è allineata con qualche causa di importanza maggiore. Questo fattore aiuta a conferire credibilità e autorevolezza alla richiesta.
Emanuela Negro-Ferrero – CEO www.innamoratidellacultura.it/ Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Fonte:http://www.crowdfundbeat.it/2015/03/come-far-diventare-virale-la-propria-storia-e-creare-una-campagna-di-crowdfunding-veramente-efficace/