Franchising, retail, business
30/10/2015
Uno studio ha rilevato che in USA il 97% delle persone vorrebbe investire in Startup. Per ora non può, anche se la SEC proprio in questi giorni, sta per cambiare le cose
La piattaforma USA di equity crowdfunding Quire ha collaborato con Mattermark per un sondaggio che chiedeva agli individui se fossero interessati ad investire in imprese early stage. I risultati sono eloquenti. Fino ad oggi, la stragrande maggioranza della popolazione è stata esclusa dagli investimenti in start-up o in imprese early stage. In USA, infatti, la definizione di investitore accreditato (redditi superiori a $200k e/o patrimonio superiore a $1 milione) come requisito per investire in società non quotate, ha privato milioni di persone di questa possibilità. L’avvento dell’equity crowdfunding può ridurre una parte del problema e, in particolare, con l’imminente nuovo regolamento sul titolo III del JOBS Act, l’interesse potrà solo crescere.
La partnership Mattermark/Quire ha appena pubblicato i risultati dell’indagine (v. sotto il report completo) e i risultati indicano che le persone sono molto interessate a sostenere le start-up. Stando ai risultati:
il 97% degli intervistati statunitensi avrebbe investito in start-up se fosse stata data loro l’opportunità
il 58% non ha mai investito in startup
il 71% degli intervistati vive o lavora in un importante polo tecnologico come San Francisco, New York, Los Angeles, Boston ecc…
il 63 % degli intervistati non si qualifica come Accredited Investor
il 53% investirebbe fino a $5.000, il 25% meno di $1.000, il 22% oltre $15.000
il 94% è alla ricerca di un ritorno finanziario MA…
il 59% ha indicato che è importante sostenere la missione o i fondatori, mentre il 43% ha detto che la creazione di posti di lavoro è importante.
Innumerevoli altri studi indicano una carenza di diversificazione nell’eco-sistema delle startup, ma gran parte del problema deriva dalla possibilità per molte startup di accedere al capitale e dalla posizione geografica. Con l’equity crowdfunding esteso a tutti, i limiti geografici e altri handicap vengono superati. Certo, investire in imprese early stage è rischioso. Ma il rischio è una parte essenziale nell’equazione della creazione del valore. Senza rischio, il sistema capitalistico semplicemente non funziona. Se un paio di anni fa si fosse investito $1000 in una piccola società quotata su AngelList, chiamata Uber, ora si sarebbe piuttosto felici. L’opportunità e l’accesso contano. E il crowdfunding, se ben regolato, li può fornire.
Se tutto ciò è vero in un eco-sistema avanzato come gli USA, figuriamoci in Italia, dove, peraltro, il regolamento Consob pone limiti opposti: è privilegiato chi investe meno di €500 e svantaggiato chi ne investe di più.
By:http://www.crowdfundingbuzz.it/survey-il-97-vuole-investire-in-startup-early-stage/