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Soci in lacrime: "Coopsette finisce qui"

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30/10/2015
Reggio Emilia, 28 ottobre 2015 - Rabbia, delusione, incredulità, lacrime, rassegnazione, poca voglia di parlare. Un mix di sentimenti sconcertanti ha reso il centro sociale Kaleidos di Poviglio un luogo surreale.

Quasi 500 persone, tra soci, lavoratori e creditori della Coopsette, si sono riunite ieri mattina, alle 10, per la resa dei conti, durata due ore e mezza. Per «l’ultima assemblea», come molti di loro hanno più volte sottolineato, con un nodo in gola. Per sfogare la propria indignazione sul presidente Fabrizio Davoli, che ha dovuto rendere conto della liquidazione della coop a chi ha investito i risparmi di una vita in qualcosa che considerava ben più di un’impresa. Bensì un robusto vessillo di idealità che in un lampo è stato sradicato dal vento. Lasciando, al termine della tempesta, una miseria che è certamente economica, ma anche morale. Un tradimento che fa traballere le certezze di una intera esistenza.
«Ho lavorato una vita in quest’azienda - dice singhiozzando Miriam, socia storica del colosso di Castelnovo Sotto, mentre prende il microfono in mano –. Si sta consumando un dramma per il territorio, per i lavoratori, per chi ha prestato i propri soldi. Lo dico con sofferenza, questa è l’ultima assemblea». Poi una pausa rotta dal pianto. E scrosciano gli applausi della sala, che fanno venire i brividi per la commozione. «Coopsette ha rappresentato tre generazioni - continua la socia -, ha rappresentato un’idea. E’ una fine triste questa. Speriamo in una liquidazione coatta, ma non siamo troppo ottimisti. Gli ammortizzatori andranno a calare per un’azienda che non avrà più continuità. Questa è l’ultima assemblea - ribadisce ancora -. Coopsette non c’è più».
«Coopsette finisce qui - esclama piangendo Ottavio -. Un’esperienza di solidarietà tra lavoratori. Lo è stata, non abbiamo preso un abbaglio. Oggi invece penso al dolore di chi perderà il posto e i propri risparmi. Abbiamo sbagliato tutti, anche se con responsabilità diverse per chi ha diretto la cooperativa. Ma in 30 anni posso dire che nessuno ha rubato. Sono state fatte scelte errate per via di una capacità limitata». Qualche mugugno. Anzi molti. Gli altri soci non credono a quest’ultimo passaggio. Sentono rancore verso le varie dirigenze che si sono succedute. Anche se le parole di Davoli sono ascoltate in un doloroso silenzio.
«Da oggi siamo senza lavoro, abbiamo il cuore in gola - dicono esterrefatte le due socie e dipendenti Anna Sassano e Angela Del Viscio -. Dopo 30 anni nell’azienda, siamo senza parole. Si sapeva che la cooperativa non viaggiava in buone acque, ma nessuno credeva che ci sarebbe stato un epilogo del genere». «Questa assemblea non mi ha certamente riportato la fiducia - spiega Mario Borelli -. Spero di riavere almeno una parte dei soldi che ho investito. Si diceva un 30%, ma oggi (ieri, ndr) non è stato avanzato nulla di tutto ciò. Perciò non sono ottimista. D’altronde questa fine è stata del tutto inaspettata, Coopsette era una ditta robusta. Una crisi devastante non le ha lasciato scampo. Credo che ci siano stati degli errori imprenditoriali ed è possibile che influenze esterne di tipo politico e mafioso possano aver contribuito». «So che non recupererò nulla - chiosa con un certo fatalismo Giancarlo Cotti -. Il destino economico ci ha abbattuto. Non c’era nulla che si potesse fare».

By:http://www.ilrestodelcarlino.it/reggio-emilia/assemblea-soci-coopsette-1.1429929

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