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05/01/2016
Dopo le quote latte e le quote zucchero, dal 31 dicembre scorso in Unione europea è stato abolito anche il regime dei diritti di impianto dei vigneti, sostituito dal 1° gennaio 2016 con un nuovo sistema di autorizzazioni che rimarrà in vigore sino al 31 dicembre 2030.
Le nuove autorizzazioni
Da quest’anno, dunque, i viticoltori che intendono impiantare un vigneto non dovranno più possedere o acquistare i diritti di impianto. Dovranno invece avere un’autorizzazione di impianto o reimpianto dal Ministero per le politiche agricole.
Le autorizzazioni sono concesse gratuitamente, hanno una durata massima di tre anni e non sono trasferibili né a titolo oneroso né a titolo gratuito.
Il limite di ettarato dell’Italia
Per evitare che le superfici vitate esplodano, ogni Stato può concedere autorizzazioni fino a un massimo dell’1% annuo della superficie vitata nazionale.
L’Italia può assegnare ogni anno autorizzazioni per circa 6500 ettari. Se le richieste di autorizzazioni ammissibili risultano inferiori a 6500 ettari, vengono tutte accettate. Se invece le richieste sono per un numero maggiore di ettari, sono concesse in proporzione in base a criteri di priorità che sono ascrivibili a:
Le domande di autorizzazione vanno presentate al Mipaaf dal 15 febbraio al 31 marzo di ogni anno in modalità telematica nell’ambito del SIAN.
Reimpianto nella stessa azienda
I viticoltori che estirpano un vigneto dopo il 1° gennaio 2016, chiedono e ricevono automaticamente l’autorizzazione a effettuare il reimpianto, che può essere concessa anche prima dell’estirpazione, purché questa avvenga entro 4 anni dalla data del nuovo impianto, così non diminuisce la superficie vitata in produzione.
Chi espianta senza reimpiantare
Nel precedente regime questa tipologia di viticoltore maturava diritti al reimpianto che poteva vendere a terzi. Nel nuovo sistema in vigore dal 1° gennaio 2016, invece, il viticoltore può chiedere autorizzazione all’impianto che però non è cedibile a terzi.
In caso di mancata richiesta di reimpianto, l’autorizzazione decade e l’ettaro corrispondente viene perso. È chiaro che molti viticoltori anziani dopo l’espianto non effettuano il reimpianto, e senza la possibilità di vendere i diritti come era per il passato regime, si potrebbe verificare una certa erosione del patrimonio viticolo nazionale.
Che fine fanno i vecchi diritti?
In Italia sono circa 40.000 gli ettari interessati a diritti di impianto che i possessori non hanno esercitato entro il 31 dicembre 2015. A questi viticoltori con diritti di impianto ancora validi, viene data la possibilità di convertirli in autorizzazioni sino al 2020.
Aiuti alla ristrutturazione
Dal 1° gennaio 2016 solamente le autorizzazioni al reimpianto potranno essere utilizzate per ricevere l’aiuto, mentre gli impianti legati alle nuove autorizzazioni dovranno essere effettuati interamente a spese del produttore.
Fonte:http://www.ilnuovoagricoltore.it/vigneti-aboliti-i-diritti-di-impianto-parte-la-liberalizzazione-controllata/