Franchising, retail, business
05/01/2016
Le vendite di iPhone 6s sono inferiori alle attese e secondo un importante giornale finanziario giapponese, Apple riduce la produzione. Gli investitori credono al rumor e vendono le azioni AAPL
iPhone 6s vende meno delle previsioni ed Apple ha ordinato ai suoi fornitori di ridurre la produzione delle componenti del 30% rispetto a quanto precedentemente preventivato.
La voce su vendite che potrebbero non essere soddisfacenti, questa volta non giungono da non precisate e fumose fonti, ma da Asian Nikkei Review, un sito Internet che fa riferimento a Nikkei il più importante giornale finanziario del mondo in quanto a copie vendute, un media che ha importanti agganci nel mondo dell’industria nipponica e asiatica in genere. Sarebbe proprio da queste aziende, Japan Display, Sharp, LG Display, Sony, TDK, Alps Electric e Kyocera, che Nikkei ha appreso della riduzione degli ordini.
Inizialmente Apple aveva dato ordine di mantenere la produzione di componenti sui livelli dello scorso anno, ma nel corso delle ultime settimane (dunque durante il periodo di Natale) presso i centri di distribuzione e i magazzini di Apple si sarebbero accumulate, in parte per l’apprezzamento del dollaro che ha ridotto l’appeal di iPhone nei mercati emergenti, quantità ingenti di pezzi inveduti di iPhone 6s. Di qui la scelta di ridurre sensibilmente la produzione nel trimestre da gennaio a marzo.
Secondo Nikkei al momento non ci sono segnali di una perdita di interesse in generale sul prodotto. I vecchi modelli continuano a vendere con numeri ottimi, ma chi tra i iornitori dipende da Apple per sostenere il suo mercato dovrà trovare nuovi clienti per non trovarsi in difficoltà entro fine anno. L’analista Yasuo Nakane, di Mizuho Securities, paventa una decrescita globale, su tutti i 12 mesi, delle vendite di iPhone.
Le nuove e questa volta più precise voci su un calo delle vendite di iPhone, hanno reso molto pesante la giornata in borsa per Apple. Alla fine della giornata AAPL ha lasciato sul terreno il 2,50%, in un contesto di sostanziale parità del mercato di Wall Street.