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Spreco alimentare: la Francia stabilisce norme precise per i supermercati e ristoranti. In Italia nessuna norma al riguardo

01spreco alimentare

10/02/2016
Il 3 febbraio il parlamento francese ha approvato definitivamente la legge contro lo spreco alimentare, dopo che un analogo provvedimento era stato approvato lo scorso maggio, ma poi annullato in settembre dal Consiglio costituzionale, per vizi procedurali.

Lo scorso autunno il ministro dell’ecologia, Ségolène Royal, aveva immediatamente convocato i rappresentanti della GDO, per trasformare in impegni volontari le disposizioni della legge bocciata. I nomi dei grandi distributori che non avessero aderito sarebbero stati resi pubblici e questo non avrebbe costituito per loro una buona pubblicità, perché i francesi sono consapevoli dello scandalo dei rifiuti alimentari.
La legge approvata prevede una gerarchia delle azioni da adottare per combattere lo spreco alimentare: prevenzione, utilizzo degli alimenti invenduti attraverso la donazione o la trasformazione, loro destinazione all’alimentazione animale, produzione di compost utilizzabile in agricoltura o impiego a fini energetici, in particolare per la produzione di biogas. Se una catena di supermercati tratta come rifiuti dei prodotti invenduti ancora consumabili, viene punito con un’ammenda di 3.750 euro. Inoltre, la legge stabilisce che nessuna disposizione contrattuale può impedire la donazione di alimenti invenduti con il marchio del distributore. Per facilitare questo tipo di donazione, viene modificato il regime giuridico sulla responsabilità del produttore. Infine, per i punti vendita con una superficie superiore ai 400 mq, la donazione del cibo invenduto viene sottoposta all’obbligo di stipula di una convenzione con associazioni caritative.
Sempre in Francia, dal 1° gennaio è entrata in vigore una disposizione di una legge sui rifiuti biodegradabili del 2010, nota come “Grenelle 2”, che obbliga i ristoranti che producono più di 10 tonnellate di rifiuti organici l’anno, pari a 150-200 pasti al giorno, a recuperarli, destinandoli, ad esempio, alla produzione di biogas. All’inizio di gennaio, sui media francesi si era diffusa la notizia, poi rettificata, che i ristoranti fossero anche obbligati a offrire ai clienti un contenitore per portare via il cibo avanzato, la cosiddetta doggy bag. In realtà, si tratta solo di un consiglio formulato dall’associazione dei ristoratori (Umih), che ha pubblicato una guida per la lotta allo spreco alimentare e ha stretto un accordo di partnership con la società TakeAway, specializzata nella commercializzazione di contenitori per il cibo avanzato e sacchetti per le bottiglie di vino non consumato.
In Italia, non ci sono ancora norme di questo tipo, un’indagine Coldiretti/Ixè ha rilevato che sei italiani su dieci hanno diminuito gli sprechi alimentari, attraverso un maggior utilizzo in cucina degli avanzi, una maggiore attenzione alla data di scadenza, ma anche la richiesta della doggy bag al ristorante e la spesa a chilometri zero.

Fonte:http://www.ilfattoalimentare.it/spreco-alimentare-francia-gdo-ristorazione.html

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