Franchising, retail, business
12/02/2016
Nell'ultimo periodo dell'anno il Pil è cresciuto dell'1% rispetto al quarto trimestre del 2014, ma la progressione complessiva è stata inferiore alle attese del governo
MILANO - Delude la ripresa italiana nella parte finale del 2015, quando le turbolenze sui mercati internazionali, gli attentati di Parigi e il rallentamento di tradizionali motori economici quali la Cina e i Paesi emergenti hanno messo un freno all'industria di tutto l'Occidente. Ma, segnala oggi l'Istat, la frenata italiana del quarto trimestre dell'anno scorso, rispetto al trimestre precedente, è dovuta anche al contributo negativo della domanda nazionale, compensata invece da quella estera: è un segnale di debolezza interno.
La frenata di dicembre. Come lasciavano presagire le deboli rilevazioni sulla produzione industriale sull'ultima parte dell'anno, nel quarto trimestre del 2015 il Prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dell'1% su base annua. E' questa la stima provvisoria dell'Istat, che segnala il rallentamento della ripresa italiana: i quattro periodi che compongono il 2015 sono andati in calando e ad ogni trimestre si sono lasciati per strada 0,1 punti percentuali di ripresa, partendo dal +0,4% del periodo gennaio-marzo e arrivando proprio al +0,1% di settembre-dicembre. Secondo l'Istituto di Statistica, il dato del quarto trimestre è dovuto a "una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell'industria e di un aumento in quelli dell'agricoltura e dei servizi". Il +0,1% fatto registrare nel dicembre scorso delude il +0,2% o +0,3% nel quale credevano gli analisti e gli stessi statistici dell'Istat.
La stima di crescita annua. Con la chiusura del quarto trimestre, l'Istat può anche stimare che nel 2015 la variazione annua del Pil - calcolata in base ai dati trimestrali grezzi - sia stata del +0,7% (si scende al +0,6% se si corregge il dato per le giornate lavorative, che nel 2015 sono state tre in più). Si tratta di un dato, per quanto preliminare, inferiore al +0,9% che è ancora scritto nella nota di aggiornamento del Def, ma anche del +0,8% che aveva ormai sdoganato Renzi. Siamo invece al di sopra del +0,6% che l'Europa ha scontato con l'ultimo aggiornamento delle previsioni macroeconomiche per il Vecchio continente. Resta poco spazio, comunque, per festeggiare il fatto di aver rivisto finalmente un dato annuo positivo: era dal 2011 (+0,6%) che mancava il segno 'più' davanti al Pil annuale.
Eurostat ha aggiunto i dati a livello aggregato: nel quarto trimestre del 2015, il Pil nella zona euro e nella Ue è aumentato dello 0,3% rispetto ai precedenti tre mesi. Si tratta di numeri sostanzialmente stabili: nel terzo trimestre era cresciuto dello 0,3% e dello 0,4% rispettivamente. Rispetto all'anno prima, il Pil è aumentato dell'1,5% nella zona euro e dell'1,8% nella Ue, dopo +1,6% e +1,9% rispettivamente nel trimestre precedente.
I dati preliminari dell'Istat arrivano insieme al Rapporto di Analisi dei Settori industriali realizzato da Prometeia e Intesa Sanpaolo: "L'industria italiana chiude il 2015 con una crescita annua del fatturato superiore al 2,5% e diffusa a tutti i settori (con le sole eccezioni di metallurgia e intermedi chimici)", dice il documento, "anche se sul finire dell'anno sono emersi segnali di rallentamento delle vendite sull'estero per il moltiplicarsi di fattori d'incertezza a livello internazionale". Venendo al 2016, "nel complesso il fatturato beneficerà di una buona tenuta dei consumi e di una accelerazione degli investimenti".
Fonte:http://www.repubblica.it/economia/2016/02/12/news/istat_stima_preliminare_pil_quarto_trimestre_2015-133245651/?ref=twhr