Franchising, retail, business



 

10 consigli per cambiare lavoro nel 2016

01Roberto d Incau

18/01/2016
Attivate il vostro network, curate i dettagli, e poi e poi... Attenzioni e strategie suggerite da un importante cacciatore di teste

1. Prima di tutto, siate onesti al 100% con voi stessi: cercate cioè di capire se avete davvero bisogno di cambiare lavoro, o se invece l’insoddisfazione non nasca in qualche altra area. A volte si pensa a cambiare lavoro, ma potrebbe essere opportuno invece cambiare qualcosa di sé, o qualcosa del proprio modo di stare nel lavoro attuale. Un esempio tra tutti: c’è chi si lamenta sempre dei propri capi, presenti e passati, ma in realtà ha un cattivo rapporto con l’autorità, e anche se il capo cambia il problema permane: meglio lavorarci prima di cambiare ancora il boss. Se avete fatto questo esame di coscienza spassionato, e la risposta è ancora “voglio cambiare lavoro nel 2016”, procediamo alla fase 2.
2. Una volta deciso di cambiare, fate un bilancio preciso e puntuale delle vostre competenze professionali, e di dove potreste utilizzarle al meglio anche in un ambito professionale simile ma non identico all’attuale: è un esercizio molto utile per ampliare il tiro della propria ricerca di lavoro, e capire dove potere sparare le proprie cartucce in un territorio di caccia più ampio dell’attuale. 3. Se volete passare dall’area dell’alta sostituibilità (chi ha competenze semplici, facilmente reperibili sul mercato) all’area della bassa sostituibilità (propria di chi ha competenze molto ricercate sul mercato del lavoro), fate un’analisi attenta di quello che il mercato del lavoro oggi ricerca attivamente:recentemente parlavo con una shop assistant del quadrilatero che parla cinese, sia pur a livello intermedio, e mi diceva che le aziende della moda se la contendono. Ricordate che capita spesso che le aziende da una parte licenzino chi ha competenze sostituibili, dall’altra invece assumano persone con competenze nuove, o indispensabili in quel momento: è la legge del mercato, giusta o sbagliata che sia.
4. A corollario concreto del punto 3, cercate quindi di rendervi indispensabili e di arricchire il più possibile il vostro cv: ad esempio, in Italia una minoranza parla davvero perfettamente altre lingue oltre all’inglese, e peraltro già trovare chi parli un inglese totalmente fluente non è facile. Un investimento in questo senso serve moltissimo.
5. Una volta irrobustito il cv, e presa la decisione di cambiare, attivate il più possibile il vostro network relazionale: ricordatevi che noi headhunter ci occupiamo solo di circa un terzo delle posizioni, mentre due cambi di lavoro su tre avvengono grazie al network professionale e personale dei candidati, al passaparola.
6. Curate i dettagli: il vostro cv, in italiano e in inglese, deve essere perfetto, sia graficamente, sia dal punto di vista dei contenuti, e mai più lungo di due pagine; la email di accompagnamento deve, senza strafare, incuriosire chi sta dall’altra parte, non dare l’idea, come troppo spesso avviene, di una mail di spamming impersonale.
7. Usate al meglio i social network professionali, come ad esempio Linkedin, che (impropriamente) viene utilizzato dalla aziende come un mega database, che invece non è: in ogni caso, proprio o improprio che sia l’uso che ne viene fatto, non si può non esserci, con un proprio profilo ben pensato, meglio se in Inglese.
8. Datevi tempo: per cambiare lavoro ci vogliono mediamente da sei mesi a un anno, per trovare la posizione giusta, intendo, senza avere troppa fretta di cambiare, col rischio di cadere dalla padella alla brace. La fretta, in questo caso, è davvero una cattiva consigliera.
9. Fate più colloqui possibile: fare colloqui è in un certo senso come parlare in pubblico, più ci si esercita meglio è; se nessuno vi chiama (oltre a analizzare con attenzione il perché questo succede, il vostro cv potrebbe purtroppo ricadere nell’area dell’alta sostituibilità di cui al punto 3. ), fate role playing di colloquio, ad esempio con un professional vostro amico, o con un career coach.
10. Fate tesoro dei colloqui andati male: chiedete sempre al selezionatore un feedback sul perché non siete stati scelti, è un vostro diritto. Se capite che cosa non ha funzionato, mettendovi in discussione se necessario, la prossima volta le cose andranno meglio. In bocca al lupo!
(N.B.: Questo articolo è stato ripreso da Il lato bimbo, il blog che Roberto d'Incau - nella foto sopra - ha qui, «sulle pagine» di MyBusiness).

Fonte:http://www.vanityfair.it/mybusiness/news/16/01/18/10-consigli-per-cambiare-lavoro-nel-2016

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