Franchising, retail, business
06/03/2016
Il cambiamento è necessario. E' questo il responso dello studio commissionato a Boston Consulting Group dal Cfda, la Camera della moda americana, su come ripensare le sfilate.
Ma la società di consulenza non ha fornito delle raccomandazioni univoche, specificando che ogni singolo marchio deve decidere per sé.
Gli addetti ai lavori di tutto il mondo, e non solo gli americani, da tempo attendevano con curiosità l'esito dell'indagine condotta dalla società di consulenza. Un esito che trova già riscontro nella pratica, visto che nelle fashion week di New York, Londra, Milano e Parigi (attualmente in corso) le singole aziende hanno deciso di cavalcare o meno (e con soluzioni differenti) il fenomeno delle sfilate on season e la disponibilità di prodotti ready to buy.
«Nelle ultime sei settimane - si legge su wwd.com - oltre 50 operatori del settore della moda, soprattutto statunitensi, sono stati intervistati ufficialmente e parallelamente sono state condotte decine di conversazioni più informali».
Per quanto riguarda le interviste formali, secondo il quotidiano Usa 20 sono state rivolte a stilisti e fashion executive (tra cui pare Michael Kors, Jack McCollough e Lazaro Hernandez di Proenza Schouler, Jenna Lyons di J. Crew), otto a wholesaler e retailer dell'online (tra cui Linda Fargo di Bergdorf Goodman, Ken Downing di Neiman Marcus e Marc Metrick di Saks Fifth Avenue), 15 a giornalisti sia della carta stampata sia del web.
Del panel fanno poi parte sette tra organizzatori di sfilate, fashion blogger, e organizzazioni di fiere.
«Il consenso è unanime: i tempi sono maturi per un cambiamento. La settimana della moda come la conosciamo da decenni è all'inizio di un cambiamento sismico». Secondo Boston Consulting, tra gli intervistati si fa largo l'idea di dare più importanza a una strategia "on season".
Inoltre - sempre secondo wwd.com - lo studio commissionato da Cfda ha individuato tra i problemi critici da affrontare per il settore: l'accelerazione dei tempi di consegna delle collezioni e la riduzione dei prezzi al dettaglio.
«I risultati confermano il motivo per cui Cfda ha deciso di lanciare lo studio», ha detto Steven Kolb (foto), presidente e amministratore delegato della camera della moda americana. «Così come il sistema moda continuerà a evolversi, il Cfda continuerà ad aiutarei designer, che stanno cercando di cambiare,a presentare le loro collezioni al meglio».
an.bi.
Fonte:http://fashionmagazine.it/ItemByCategory.aspx?ItemID=68965